
Patrick Cutrone
Milano, 3 dicembre 2018 - Cinque gare senza Higuain tra campionato e coppa, due vittorie e tre pareggi per il Milan. A pensar male si fa spesso peccato, ma la «Sindrome da Pipita» inizia a diventare sempre più una certezza. Proprio come la crescita esponenziale di Cutrone, un ragazzo che a soli 20 anni ha già incantato tutti, compreso il ct Mancini. Che ora non potrà più munirsi di benda sugli occhi e far finta di nulla: nel panorama della mediocrità attuale degli attaccanti italici il giovane 63 rossonero appare più che una certezza. Anche per la nazionale. E d'altronde sono i numeri a confermare la bontà del suo operato: 15 presenze tra campionato e coppa, sette reti e un assist in 703'. Le sue reti, oltretutto, sono risultate spesso decisive: e anche la sfida di ieri contro il Parma, match molto tattico e a tratti irritante, è stato sbloccato da un suo colpo in mezza girata; non sarà un fulmine per tecnica, ma quando è presenta una palla vagante in area di norma è una sua preda: «Sul campo darò sempre tutto - ha precisato lo stesso Cutrone - speriamo di continuare così». E anche Gattuso lo candida per una maglia azzurra: «Vive per il gol, ha il veleno addosso.
E ha grandi margini di miglioramento». Ed è stata proprio la sua fame atavica ad aver spinto il Milan al successo contro i ducali; un match chiave nella rincorsa al quarto posto: perché ora i rossoneri saranno chiamati ad affrontare da qui alla fine dell'anno, Torino, Bologna, Fiorentina, Frosinone e Spal. Un calendario non impossibile, che potrebbe permettere al Diavolo di chiudere il 2018 in una posizione di classifica interessante: «Non guardiamola, pensiamo a vincere - ha concluso Cutrone, che non ha paura dell'eventuale arrivo di Ibrahimovic - io penso ad allenarmi bene e al bene della squadra».
L'assenza di Higuain è stata «utile» anche per ribadire quella che è la gerarchia dei rigoristi in casa Milan: perché la marcatura di Kessie dal dischetto, fredda e precisa come dovrebbe sempre essere, ha stabilito il risultato finale sul 2-1 consentendo al centrocampista della Costa d'Avorio di siglare la sua terza marcatura stagionale. Con i se e con i ma la storia non si scrive e tantomeno si riscrive, però è normale domandarsi se le cose sarebbero potute andare diversamente contro la Juventus, con quel rigore sbagliato da Higuain e l'ormai celeberrima espulsione: «Ma il Pipita non sarà mai un problema - ha tagliato corto Gattuso - deve risolvere i suoi acciacchi fisici, ma noi ce lo teniamo stretto, lo dobbiamo mettere in condizione di rendere al massimo». Magari già a partire da domenica sera, quando a San Siro arriverà il Torino di Mazzarri e Higuain ritroverà una maglia da titolare.