
Mauro Icardi e Wanda Nara (Foto Instagram)
Milano, 5 maggio 2019 - Puntuale come un treno in Giappone, Udinese-Inter è stata preceduta da un comunicato della Curva Nord. Oggetto: Mauro Icardi e la necessità di disfarsene. «Lo abbiamo cercato di spiegare in tutte le lingue - si legge - nessuno mette in discussione le qualità tecniche e sportive del numero 9 ma il problema è e sarà sempre quello legato al suo profilo mentale ed all’atteggiamento nei confronti del gruppo che non può e non potrà mai cambiare. Le tante occasioni mancate per riconciliarsi con spogliatoio e curva sono abbondante testimonianza del fatto che, per il bene comune, un giocatore con quel tipo di superficialità caratteriale non può esser parte del futuro dell’Inter».
Anche nelle ultime due gare stagionali al Meazza, dunque, non mancheranno gli epiteti offensivi in direzione dell’ex capitano, così come probabilmente pioveranno fischi dalle restanti tribune a coprire quegli stessi cori, cosa che in trasferta non avviene perché seduti sui seggiolini ci sono i sostenitori della squadra avversaria. La questione è un’altra: nel bene e nel male (la seconda, soprattutto) di Icardi si parla e non più per i gol, che quest’anno si sono ridotti di numero in maniera importante. Non segnava in campionato da sette turni prima dell’esilio forzato per il “caso fascia”, non lo ha fatto per cinque gare su sei, compreso ieri sera, da quando è tornato a disposizione di Spalletti.
I pruriti del tecnico verso il giocatore dipendono da altre fonti, non dalle tanto chiacchierate foto con Wanda pubblicate sui social. A quelle bada poco, così come ha sempre valutato senza curarsene troppo le uscite notturne e le sigarette di Nainggolan. Gli interessa il campo, ma anche sotto questo aspetto non si può essere pienamente contenti. Il centravanti costa alle casse societarie 5 milioni abbondanti l’anno, bonus compresi, perché deve prendersi la squadra sulle spalle. Ha messo qualche mattone, ma forse meno di quanti ci si potrebbe attendere da lui e il mix tra mancate realizzazioni, foto osé (che non tutti valutano come Spalletti) e presenze ingombranti sotto il tetto coniugale aiuta ben poco anche qualora si dovesse davvero decidere di prendere strade diverse a fine campionato. Per la felicità degli ultras e dei detrattori in generale, ma chissà se le casse saranno riempite a dovere o se il compromesso tra il quieto vivere e le ragioni del patrimonio da non svalutare avranno un riverbero negativo in fase di calciomercato.