Milano – Il campionato vinto con cinque giornate d'anticipo non era bastato per "salvare" l'Inter dalle critiche per la sconfitta contro il Sassuolo. Non certo per quel che poteva perderci la formazione nerazzurra, che a Reggio Emilia ha semplicemente salutato la possibilità di superare i cento punti, quanto per le ricadute sulla lotta salvezza in cui sono tuttora invischiati i neroverdi, rilanciati però dal successo sulla capolista. La squadra di Inzaghi incontrava allo Stirpe un'altra pericolante, il Frosinone, sempre con la logica del turnover a spingere il tecnico, che deve giustamente gratificare chi ha giocato poco e ha bisogno di capire chi potrà essere utile il prossimo anno.
Stavolta l'Inter non ha steccato, sebbene il primo tempo sia stato nei fatti molto simile a quello di Reggio Emilia. La squadra ospite ha prodotto occasioni, solo che stavolta almeno una l'ha trasformata grazie a Frattesi e la traversa ha respinto un tiro di Cheddira che avrebbe potuto portare al pareggio. Sommer è andato vicino alla "frittata" in un paio di circostanze, al Frosinone è mancata anche un pizzico di fortuna e così la capolista ha potuto godere di spazi sempre più ampi che ha dimostrato una volta di più di saper sfruttare in maniera letale. Arnautovic, il primo gol interista di Buchanan (che ha ripetuto l'ottimo ingresso dello scorso weekend), il poker di Lautaro sbloccatosi dopo un letargo realizzativo che durava dal 28 febbraio. Infine la cinquina di Thuram, per portare la differenza reti a +67, con 92 punti e altri sei a disposizione per poter arrivare a 98 e superare il record di Mancini del 2006/07 con 97.