Statuto, serata da Oscar e omaggio a Mia Martini

Concerto domani al Carroponte di Sesto San Giovanni con un invito: "Venite in Vespa o in Lambretta"

Gli Statuto

Gli Statuto

Sesto San Giovanni (Milano), 12 luglio 2019 - È gradita la Lambretta. L’anima Mod è dura a morire, tant’è che gli Statuto approdano domani al Carroponte di Sesto San Giovanni nel segno di un passato che non passa invitando il pubblico a presentarsi con scooter accessoriati e look anni Sessanta. Dopo la parentesi solista dell’album “Sentimenti travolgenti”, infatti, il leader Oscar Giammarinaro ha ripreso le maiuscole e la “k” del suo nome d’arte, oSKAr, per tornare a fare la musica che fa da fil rouge ai 13 album incisi finora della band torinese. Da notare che a Sesto Giammarinaro & Co. si esibiranno assieme a due deejay, Henri e Mike Painter, nel tentativo di trovare una sintesi tra il loro repertorio e quei 45 giri in bilico tra soul e jazz che hanno contribuito a definire la cultura Mod.

Oscar, cosa cambia tra le esibizioni in gruppo e quelle da solista?

«Gli Statuto sono nati per diffondere la cultura Mod attraverso la musicaE siccome quello Mod è un movimento sociale, trattiamo diversi argomenti di quel tipo. ‘Sentimenti travolgenti’, invece, è una collezione di situazioni emotive e quindi non si sostituisce alla realtà della band, ma diventa un percorso parallelo per esprimere sensazioni che vengono meglio in chiave cantautorale».

A proposito, in quel disco c’è un brano, “Lei canterà”, che racconta il vostro incontro a Sanremo con Mia Martini.

«Lei è la voce dei sentimenti e la sua triste storia ne racconta di esasperati. Con gli Statuto l’incontrammo all’Ariston nl ’92, quando andammo in gara con ‘Abbiamo vinto il Festival di Sanremo».

Che impressione ebbe?

«Sinceramente al Festival non mi resi conto che le dicerie avevano finito col caricarle sulle spalle una situazione tanto dura da spingerla, passo dopo passo, verso l’abisso. Lo scorso anno sono capitato a Sanremo proprio mentre stavano girando la fiction di RaiUno, mi sono ricordato di quell’incontro e ho pensato di scriverci una canzone, che però non faremo al Carroponte perché suoniamo solo pezzi degli Statuto».

Il diploma in contrabbasso al Conservatorio Verdi di Torino non l’ha mai spinto verso avventure diverse dal pop?

«Da ragazzino ho suonato in orchestra a Nantes, a Lille, a Losanna, ma in quelle italiane di posti ce ne sono sempre stati pochi. Così, nel ’91, tra il passaggio a Sanremo e un’audizione alla Scala per un posto da contrabbasso di fila con ben 70 iscritti, scelsi il Festival. Nel pop, infatti, la possibilità di vivere di musica è più alta che nella classica».

Un ex componente della band quale Ezio Bosso ha fatto scelte diverse.

«Ma lui è un genio, probabilmente il più grande musicista vivente. Lasciò gli Statuto per andare a studiare composizione e direzione d’orchestra a Vienna e intraprendere la strada che tutti conoscono. Io, invece, mi sarei accontentato di fare il professore d’orchestra».

Ed ora?

«Finito il tour estivo, ci mettiamo a lavorare su nuovo materiale. Vediamo di uscire nel 2020, magari con un singolo. Anche se il nostro ultimo album ‘Amore di classe’ avrebbe forse meritato un po’ più di attenzione».

 

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