Ignazio La Russa e il busto di Mussolini in casa: "Regalo di papà, non lo butterò mai"

Il presidente del Senato replica alle punzecchiature sul cimelio del Duce, custodito nella sua abitazione milanese: "Non lo getterei nemmeno se fosse una statua di Mao"

Ignazio La Russa; nel riquadro, il busto di Mussolini che conserva in casa

Ignazio La Russa; nel riquadro, il busto di Mussolini che conserva in casa

La polemica è datata e il fatto noto. Parliamo del busto di Benito Mussolini custodito nella casa milanese del presidente del Senato Ignazio La Russa. L'ultimo a "tirare fuori" la questione è stato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che in una delle sue dirette Facebook ha sottolineato una contraddizione fra il via libera alla riforma dell'autonomia differenziata e la presenza nelle file di Fratelli d'Italia di un autorevole esponente che "si vanta di avere ancora in casa ritratto e statua di Mussolini".

Le accuse dell'ex sindaco di Palermo non devono essere andate giù a La Russa che oggi, nel corso di un ricordo a Palazzo Giustiniani di Pinuccio Tatarella, l'ex deputato pugliese, fra gli artefici dell'evoluzione dell'Msi in Alleanza Nazionale, ha voluto in qualche modo replicare a De Luca e a tutti quelli che lo criticano per la presenza "ingombrante" del busto del Duce nella sua abitazione di Milano, la città in cui La Russa ha iniziato a fare politica attiva a partire dai caldissimi anni '70.

"Scusatemi se parlo di me. Sono sempre dipinto come quello che ha i busti del Duce, è vero ce l'ho, me lo ha lasciato mio padre, non capisco perché dovrei buttarlo - ha detto La Russa, una vita nell'Msi e in An prima dell'esperienza in Fratelli d'Italia - Non lo butterò mai, così come non butterei il busto di Mao Zedong se mi avessero lasciato un'opera d'arte sua. Scusatemi ancora per questa parentesi personale, che volevo assolutamente esternare". Il cimelio legato alla stagione fascista, quindi, per La Russa è soprattutto ricordo familiare. Una storia, quella della famiglia del presidente del Senato, ben radicata a destra, se è vero che il padre Antonino, morto a Milano nel 2004, fu senatore missino per cinque legislature.

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