Forza Italia, i 25 anni degli azzurri: "Credevamo nella rivoluzione"

Parla l’avvocato Della Valle, primo capogruppo: «Il miracolo è mancato»

Un mega manifesto di Forza Italia nel 1994

Un mega manifesto di Forza Italia nel 1994

Monza, 21 gennaio 2019 - «Venticinque anni fa, in questo periodo, eravamo tutti in fibrillazione». Raffaele Della Valle, classe 1939, avvocato monzese già legale di Enzo Tortora, lo ricorda «con un po’ di nostalgia, intanto perché i capelli erano ancora neri. Però, certamente allora c’era un clima di grande entusiasmo che soffiava sulla bandiera di Forza Italia, oltretutto spinto da un inno bellissimo. Tutti noi eravamo entusiasti e speranzosi di poter portare qualcosa di nuovo in un momento storico difficile, eravamo in piena Mani Pulite».

Incarnazione della “rivoluzione liberale” e del “nuovo miracolo italiano”. Questi erano i giorni «fondamentali, in cui si cominciavano a gettare le basi di quello che poi sarebbe stato il successivo passaggio elettorale». A dicembre «ci eravamo incontrati con un gruppo di persone nella villa di Berlusconi e poi i primi di gennaio si era concretizzato l’accordo con Bossi, c’era stato un tentativo di aggancio con Segni che però non ebbe seguito, ma a un certo punto Berlusconi decise di scendere in campo forte dell’allenza con la Lega e con Fini, che allora era il cavallo vincente della nuova destra». I preparativi della campagna elettorale «con un fervore incredibile» ma certamente «non pensavamo di raggiungere quel risultato». Un miracolo politico.

E «quando entrammo in Parlamento pagammo lo scotto del noviziato». Della Valle è stato il primo capogruppo alla Camera di Forza Italia e ha ricoperto anche la carica di vicepresidente della Camera. «Sono contento di quell’esperienza, ma quella del parlamentare è una fatica di Sisifo», il figlio del re dei venti che avendo ingannato Zeus e Persefone fu condannato per l’eternità a spingere un masso fino alla sommità di un monte dal quale questo rotolava inesorabilmente a valle, costringendolo a ricominciare da capo l’inutile impresa». È così. «Una legislatura tribolata», riconosce l’avvocato: «Mi rendevo conto che molto spesso il tuo lavoro certosino veniva distrutto da un intervento improvvido di un deputato che non aveva seguito tutto l’iter e proponeva un emendamento che stravolgeva la legge. Alle volte basta una punteggiatura che cambiare il senso delle cose». Gli sono bastati un paio di anni per capire che «lì stavo solo a perdere tempo».

Come quando, nominato dal ministro Castelli, ha lavorato dal 2001 al 2006 alla Commissione Nordio per la riforma del codice penale: «Un lavoro serio, completo, finito in un cassetto». In ogni caso «sono molto grato a Berlusconi per avermi scelto, però suggerisco ai giovani di farla al massimo una legislatura sola e poi tornare alla vita normale. Il nostro Paese si può risollevare solo se tornano i partiti seri, quelli che educano alla disciplina, alla deontologia e alla conoscenza. L’improvvisazione fa solo danni. E non è nostalgia ma una necessità per la democrazia. La ricostituzione di una opposizione efficace, culturalmente preparata, rispettosa. C’è un degrado micidiale». E oggi? «Oggi Forza Italia non la riconosco più. Vedo solo polemiche sterili, prediche inutili, non sento parlare di un programma originale. Non vedo neanche un leader che possa portare al successo. Anche se il comportamento della maggioranza può essere così suicida da fare uscire un leader che per ora è nell’assoluta oscurità». Della Valle vede «molta confusione. È una ripetizione di cose che abbiamo sentito troppe volte. Se penso alle componenti liberal e socialista. Senza Mani Pulite forse avrebbero cambiato il Paese e la politica». Ma quella forza «non c’è più».

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