Il Covid-19 cambierà gli ingranaggi delle città Investimenti e servizi per essere sostenibili

La pandemia potrebbe accelerare l’innovazione in chiave green

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Niente sarà più come prima, nemmeno le città. La pandemia di Covid-19 potrebbe avere un impatto permanente su come abiteremo, lavoreremo, ci muoveremo, andremo a fare acquisti e socializzeremo nei contesti urbani. Alcune tendenze, come la difesa della qualità dell’aria e la progressiva espulsione delle auto private dai centri cittadini, erano già in atto da prima, ma l’esperienza del Coronavirus potrebbe accelerare la loro affermazione.

L’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 dell’Onu punta a creare condizioni di vita "inclusive, sicure, resilienti e sostenibili" nelle città, che sono ormai diventati il centro vitale dell’umanità. Per la prima volta nella storia, all’inizio di questo decennio la popolazione urbana del pianeta ha superato quella rurale e oggi quasi l’80% delle emissioni di gas a effetto serra si produce nelle città. L’inurbamento è in forte sviluppo e l’homo civicus è destinato a crescere dai 3,9 miliardi attuali a circa 6,4 miliardi di persone entro il 2050, su una popolazione globale di oltre 9 miliardi. Chi riuscirà a decarbonizzare le città avrà vinto la battaglia per la protezione del clima e dell’ambiente.

Il rapido inurbamento, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, esercita una forte pressione sull’ambiente, specialmente sui sistemi di trasporto, di fornitura di energia, di acqua dolce e sullo smaltimento dei rifiuti. Nella loro complessa struttura le città presentano grandi rischi legati alla congestione, alla mancanza di servizi di base, alla carenza di alloggi adeguati, alle infrastrutture in declino, all’inquinamento dell’aria e dell’acqua.

Un-Habitat, il programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani, è particolarmente impegnato sul problema delle politiche abitative. Ancora troppe persone nel mondo (circa 100 milioni) sono senza casa e un miliardo vive delle baraccopoli ai margini delle città. Da qui al 2030, il 40% della popolazione mondiale (circa 3 miliardi di persone) avrà bisogno di un alloggio adeguato ed economicamente accessibile.

Avere un alloggio è una condizione fondamentale per l’accesso all’occupazione, all’istruzione, alla salute e ai servizi sociali. Per questo le politiche urbane dovrebbero mettere l’abitazione e il diritto alla casa al centro della loro attenzione. L’inurbamento incontrollato, inoltre, è all’origine del forte inquinamento delle città e ha ripercussioni importanti sullo stato di salute degli abitanti. Nel caso della pandemia di Covid-19, ad esempio, si è visto che una crisi sanitaria ha più facile presa dove la qualità dell’aria lascia a desiderare. In base alle stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre l’80% degli abitanti delle città non respira aria pulita e non beneficia di spazi di verde pubblico. Oltre la metà della popolazione urbana mondiale è esposta a livelli di inquinamento atmosferico almeno 2,5 volte superiori agli standard di sicurezza. Gli effetti combinati dell’inquinamento dell’aria all’aperto e all’interno delle abitazioni cittadine causano circa sette milioni di morti premature ogni anno, in gran parte a causa dell’aumento della mortalità per ictus, malattie cardiache, malattie polmonari croniche, cancro ai polmoni e infezioni respiratorie acute.

Progettare uno sviluppo urbano compatibile con l’ambiente ha quindi anche un importante effetto preventivo. Storicamente i centri urbani sono stati spesso teatro di tragedie legate alle grandi epidemie di peste, tifo e colera.

Il terzo problema di fondo riguarda i servizi. Le grandi città svolgono attività fondamentali per la vita della comunità: assistenza sanitaria, fornitura di energia, raccolta dei rifiuti, gestione dei sistemi idrici, di trasporto e telecomunicazioni. Tra questi servizi, il trasporto pubblico è essenziale per la crescita economica e l’inclusione sociale. Nel mondo il numero di persone che usano il trasporto pubblico è aumentato di quasi il 20% tra il 2001 e il 2018. Restano però ancora svantaggiate le aree più povere, come l’Africa subsahariana, dove solo il 18% degli abitanti delle città ha accesso ai trasporti pubblici.

Nella storia umana i centri urbani offronto da sempre grandi opportunità di progresso sociale ed economico, ma servono investimenti mirati nei servizi pubblici locali, per immaginare un futuro in cui le città offrano una vita dignitosa e libera a tutti, garantendo aria pulita e l’accesso ai servizi di base, energia, acqua, alloggi, trasporti. C’è ancora molto da fare.

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