Gli edili scrivono a Fontana: "Costi alti, chiudiamo i cantieri"

Ance e sindacati chiedono alla Regione e al Governo azioni decise per evitare fatture salatissime

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Milano - "Da una parte ci sono lavori e commesse importanti, dall’altra, in pochissimi giorni, stiamo arrivando alla chiusura degli impianti e delle attività dei cantieri a causa degli aumenti indiscriminati e insostenibili che rischiano di mettere in serio pericolo la realizzazione delle opere pubbliche previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Reslienza".

A lanciare l’allarme sono l’associazione dei costruttori Ance Lombardia e i sindacati Fillea-Cgil, Filca-Cisl e FenealUil, che hanno scritto una lettera al governatore Attilio Fontana. Anche l’edilizia, infatti, è alle prese con l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia che sta soffocando la ripresa dopo la crisi innescata dalla pandemia. Aumenti che arrivano in una fase di boom per le costruzioni, con cantieri e ponteggi che spuntano nelle strade sull’onda del superbonus. Dai dati Istat, un business cresciuto dal 14,3% rispetto alla situazione pre-Covid. "Oggi, con la crisi energetica e una grave situazione internazionale, si è determinata un’impennata del costo delle materie prime e dei costi dell’energia non più sostenibili – si legge nella lettera a Fontana –. Le difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime rischiano in brevissimo tempo di assorbire tutti gli importanti interventi fatti sul settore e di riportare il Paese in una crisi profonda".

Ance e sindacati chiedono quindi alla Regione e al Governo "azioni rapide e decise" su una crisi che potrebbe gonfiare le fatture già salate per i committenti e peggiorare le condizioni dei lavoratori nella giungla dei cantieri. Tra le richieste "l’attualizzazione immediata del prezziario regionale 2022 i cui valori sono ormai interamente superati dalla situazione dei mercati venutasi a creare". Dario Firsech, delegato per le Relazioni industriali di Ance Lombardia, spiega che "i prezzi sono fuori controllo e senza un intervento da parte della Regione sull’adeguamento dei preziari, le imprese rischiano di non riuscire a sopportare gli incrementi per le materie prime". "Siamo davanti a una possibile crisi molto più imponente di quella vista con il Covid e oltretutto paradossale – aggiunge il segretario generale della FenealUil Lombardia, Enrico Vizza –. Fino a ieri eravamo alla ricerca di maestranze e ora rischiano il fermo cantieri. Durante la pandemia è intervenuta la Cig perché non si lavorava, ora le imprese hanno commesse e non si potrebbe invocare l’ammortizzatore sociale nonostante non si riesca a far fronte ai costi. Si deve rivedere il Pnrr e intervenire a livello politico".

 

 

 

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