Calzature, la Lombardia corre ma pesa l’incognita della guerra

Esportazioni in crescita nel primo trimestre, Milano seconda in Italia. L’effetto Russia si fa già sentire

Siro Badon, presidente di Assocalzaturifici traccia il bilancio dei primi tre mesi del 202

Siro Badon, presidente di Assocalzaturifici traccia il bilancio dei primi tre mesi del 202

Milano, 10 luglio 2022 - ​Le industrie calzaturiere della Lombardia consolidano il recupero nelle esportazioni nel corso del primo trimestre del 2022 e Milano occupa la seconda posizione in Italia. Nella metropoli, infatti, il trend di crescita delle esportazioni nei primi tre mesi di quest’anno si è attestato a +37,3% e nella classifica nazionale solo Firenze è riuscita a fare meglio. Per quanto riguarda l’andamento regionale, la Lombardia ha fatto registrare una performance di crescita pari a +33% ben superiore alla media nazionale. Infatti, il comparto calzaturiero segnando nel primo trimestre del 2022 una crescita sia dell’export (+21,4% a valore) sia della spesa delle famiglie (+20,6%). È la fotografia del settore scattata dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici, presentata in occasione dell’assemblea nazionale dell’associazione assieme ai consuntivi per il 2021, un anno che ha visto il fatturato complessivo del comparto tornare a 12,7 miliardi di euro +18,7%, ma ancora al di sotto dell’11% rispetto ai 14,3 miliardi del 2019 pre-Covid e la produzione nazionale a 148,8 milioni di paia +13,8%.

A caratterizzare, in negativo, l’andamento delle esportazioni, ovviamente, l’arretramento che ha interessato Russia e Ucraina. A marzo i flussi verso la Russia hanno subìto una contrazione del -51% in valore; del -95% quelli diretti in Ucraina. Il cumulato dei primi 3 mesi dell’anno – destinato purtroppo a peggiorare – indica una flessione nell’ordine del -20%, sia in valore che in paia, per la Russia e un -48% in valore (-56,5% in quantità) per l’Ucraina, su gennaio-marzo 2021. In aprile – secondo anticipazioni Eurostat – le esportazioni di calzature verso la Russia hanno registrato un calo tendenziale del -37% in valore; del -81% quelle verso l’Ucraina. Uno scenario che obbliga a una certa prudenza come spiega Siro Badon, presidente di Assocalzaturifici: "Il progressivo recupero che stava riportando le aziende del settore ai livelli pre-pandemici (quasi due imprese su tre hanno chiuso il 2021 con fatturato ancora inferiore a quello 2019) ha dovuto però fare i conti, da fine febbraio, con lo scoppio del conflitto e con il conseguente crollo, a partire da marzo, dei flussi verso Russia e Ucraina. Agli eventi bellici si sommano poi il problema dell’impennata dei costi energetici e l’assenza di riduzioni significative nei prezzi delle materie prime, da molti mesi su livelli decisamente elevati, oltre al timore di una recrudescenza delle varianti del virus". Analizzando nel dettaglio i dati del primo trimestre emerge come gli acquisti delle famiglie italiane presentino nei primi 3 mesi del 2022 incrementi in quantità e in spesa sullo stesso periodo 2021, ma tuttora gap attorno al 10% con la situazione pre-emergenziale. Per quanto riguarda lo shopping dei turisti in Italia è ben lungi dall’aver recuperato i livelli 2019, malgrado la parziale ripresa degli arrivi nel 2021 e un avvio di 2022 incoraggiante.

 

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