Tecla Insolia: "Io tra fiction, canzoni, Nada e Maria De Filippi"

Vestirà i panni della nota cantante in un film tv per Rai 1. E sabato sarà ad “Amici” per presentare il nuovo disco

Tecla Insolia, 17 anni, è nata a Varese e cresciuta a Piombino

Tecla Insolia, 17 anni, è nata a Varese e cresciuta a Piombino

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Diciassette anni compiuti ieri. Ma per Tecla Insolia non è stato proprio un compleanno come gli altri. Dopo il secondo posto dello scorso febbraio tra le Nuove Proposte di Sanremo con “8 marzo” (Premio della Sala Stampa “Lucio Dalla” e Premio Enzo Jannacci), la cantante nata a Varese e cresciuta a Piombino torna venerdì in radio col nuovo singolo “L’urlo di Munch”, firmato dall’etichetta milanese Baraonda. Tutto in attesa di vestire su Rai 1 i panni di Nada nel film tv “La bambina che non voleva cantare”. Tecla, sabato presenterà “L’urlo di Munch” da Maria De Filippi ad “Amici”. Di cosa parla? "Parla della voglia di ribellione a questo stato di inquietudine in cui viviamo. Il pezzo è stato scritto da Claudia La Bella, Ilario Pasquali, Michele Savino, e prodotto da Diego Calvetti". Pezzo generazionale? "Ha un sapore moderno, ma non necessariamente focalizzato su sensazioni giovanili. Penso, infatti, che il modo di vivere certi sentimenti e certe emozioni non sia legato tanto ad un’età, quanto ad una diversa consapevolezza". Una toscana nata in Lombardia da genitori siciliani come lei ha un bel po’ di radici da far convivere nel proprio carattere? "Sì e mi piace, perché tutto questo mi fa sentire cittadina del mondo. I miei provengono entrambi dalla provincia di Siracusa; mamma è di Solarino mentre papà di Floridia, quindi sono cresciuti a 4 chilometri di distanza una dall’altro e quel mondo me lo porto dentro, anche se il carattere è decisamente toscano". Passare da fiction come “Vite in Fuga” e “L’Allieva” ad un film tv come quello su Nada Malanima è un bel salto. "Abbastanza. In questo racconto del suo vissuto, Giulietta Rebeggiani interpreta Nada da bambina mentre io quella dell’adolescenza; il film finisce nel ’69, un attimo prima che salga sul palco del Festival di Sanremo per cantare “Ma che freddo fa”". Come ha affrontato il personaggio? "La regista Costanza Quatriglio ha voluto che cantassi con la mia voce e senza trucco o quasi, ma tirando fuori tutto il carattere livornese della cantante. Leggendo “Il mio cuore umano”, il romanzo autobiografico da cui è tratto il film, a colpirmi è stata la sensibilità di donna e d’artista di Nada. Tra le frasi del testo che mi sono sottolineata c’è pure quella in cui ammette “non riuscivo a guardare le persone negli occhi per paura di vedere quanto stessero male”". Tornando in Riviera, lei un Sanremo l’ha già fatto. E vinto. Quel “Sanremo Young” che le ha dato poi il passaporto per le Nuove Proposte. "Nel mio percorso di vita incrociare di nuovo il Festival sarebbe un piacere enorme. E farlo con un pezzo mio, qualcosa di bellissimo. Se la cosa non dovesse accadere, però, non ne farei un dramma".

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