Zona gialla dal 26 aprile. Per i cinema, ultimo spettacolo alle 20

Proiezioni anticipate per il decreto. Il bar Basso resta chiuso: maltempo in arrivo, aspettiamo metà maggio

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Milano - Dal 26 aprile, in zona gialla, ripartono, tra tante attività, i cinema, anche al chiuso, mentre bar e locali solo all’aperto. Una bella notizia incrinata però da un provvedimento giudicato "guastafeste". La conferma del coprifuoco alle 22 del nuovo decreto Riaperture (in vigore fino al 31 luglio) è giudicata da molte categorie una "zavorra". Ai gestori dei cinema, chiusi dal 26 ottobre, costringe l’anticipazione dell’ultimo spettacolo in orario pre-Carosello, alle 20 di sera. Per pub e locali significa rinunciare alla loro natura notturna. E spegne sul nascere la speranza di tornare in pista delle discoteche. Lionello Cerri, anima di Anteo SpazioCinema, se la Lombardia passerà in zona gialla, si dichiara "pronto" a riaprire dal 26 Palazzo del Cinema e Anteo CityLife a Milano (nonché le sale di Monza, Cremona e Treviglio). Con una serie di regole: mascherina, prenotazione e capienza al 50%. Il cartellone non gronda di novità, con molti film già sulle piattaforme (come Mank in corsa per l’Oscar). Ma l’ostacolo maggiore è "il coprifuoco che taglia gli spettacoli negli orari più seguiti. L’ultima proiezione dovrà essere prima delle 20. Peggio ancora va per le nostre rassegne all’aperto, difficili da fare con il buio che arriva dopo le 21.30. Sarebbe una proposta di buon senso concedere una deroga agli spettatori muniti di biglietto per rientrare a casa più tardi". "Sarebbe bastato spostare le lancette del coprifuoco alle 23 per non creare problemi. Così è davvero penalizzante" aggiunge Antonio Sancassani, proprietario del cinema Mexico di via Savona, che riaprirà il 26 (come il Palestrina, di cui è socio) con l’anteprima di Due, alla presenza del regista Filippo Meneghetti, e un biglietto omaggio da utilizzare entro il 31 luglio per i primi 100 spettatori.

Coprifuoco malvisto anche dai locali. Secondo Ilenia Gabriele, titolare del Blues Canal di via Casale, è un’ulteriore "zavorra dopo smart working e assenza di turisti". "La chiusura alle 22 è un passo avanti rispetto a quella delle 18, ma spegne la notte estiva dei Navigli". Il pub ha deciso di sfruttare i 50 posti all’esterno per pranzo, cena e aperitivo da lunedì prossimo. C’è chi invece dice "no" come Maurizio Stocchetto, patron del bar Basso di via Plinio: "La prossima settimana sono previste condizioni metereologiche funeste. Se piove diventa un incubo offrire un servizio ai tavoli all’aperto. Quindi, dopo una riunione con tutto lo staff, ho deciso di rimanere chiuso come faccio dal primo novembre. Riapriremo il prima possibile, quando il clima sarà clemente, forse a metà maggio". Il nuovo decreto non lascia invece spiragli alle discoteche: "Per il comparto è peggio della scorsa estate. Non c’è nemmeno una data per la ripartenza", spiega Alberto Baldaccini, socio dell’Hollywood di corso Como, spento – come tutte le discoteche al chiuso – dal 23 febbraio del 2020. "Lo stop delle discoteche all’aperto va avanti dal 17 agosto dell’anno scorso. Non mi pare che in autunno e in inverno la situazione dei contagi sia migliorata. Evidentemente le sale da ballo non sono le sole responsabili dell’aggravarsi della pandemia. Eppure a loro è stata addossata tutta la colpa".

 

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