Lombardia zona arancione, Galli preoccupato: "Andremo di nuovo a sbattere"

L'infettivologo del Sacco critica la decisione: "Una scelta politica, non mi risulta siano stati interpellati gli esperti"

Massimo Galli,  direttore del reparto di malattie infettive dell'ospedale Sacco

Massimo Galli, direttore del reparto di malattie infettive dell'ospedale Sacco

Milano, 28 novembre 2020 - Massimo Galli è cauto sulla Lombardia zona arancione. "Non ho voglia di parlare di scale cromatiche, sono scelte di tipo politico a questo punto", dice a Otto e Mezzo, su La7, il primario infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano e docente all'Università Statale del capoluogo lombardo.

"Quelli che dovevano parlare come esperti hanno parlato a suo tempo, non mi risulta che siano stati interpellati. La mia opinione è chiara: io ritengo che se non si manterranno tutta una serie di precauzioni andremo di nuovo a sbattere", sottolinea. "La seconda ondata è già costata 15mila morti, sono stanco di consolare parenti", aggiunge. In ospedale, racconta, "ho incontrato un serie di colleghi e il parere è unanime: siamo felici che il Pronto soccorso non sia più come prima, ma non è quello di prima solo da pochi giorni". E ancora: "A fronte di una discesa importante" dei ricoveri, "si consiglierebbe di fare tutto il possibile per mantenere questo trend. Ci saranno dei problemi se non saremo capaci di mantenerlo".

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