Wafaa Chrakoua, uccisa dal marito: raccolti oltre 8mila euro per i quattro figli

La colletta è stata lanciata dal miglior amico del secondogenito, che tuttora sta ospitando i ragazzi. I funerali della donna saranno celebrati in Marocco

L'omicidio in via Lope de Vega

Omicidio in via Lope de Vega , forze dell 'ordine e soccorsi sul posto, Milano, 30 novembre 2022, ANSA / PAOLO SALMOIRAGO.

Milano - "Una persona meravigliosa che pensava solo ai suoi quattro figli. Voleva che studiassero, per loro immaginava un futuro luminoso e per darglielo non si risparmiava: lavorava in più posti occupandosi di pulizie. Usciva al mattino presto, rientrava a preparare il pranzo e poi usciva di nuovo. Una vita di sacrifici spezzata da suo marito che invece non muoveva un dito per la famiglia". Virginia Testoni, residente nel caseggiato Aler di via Lope de Vega 1 al quartiere Barona, parla di Wafaa Chrakoua, abitante nello stesso palazzo, uccisa a coltellate dal marito cinquantanovenne Bouachib Sidky lo scorso 30 novembre, in casa, dopo l’ennesimo litigio. Era nata in Marocco 51 anni fa. E nella sua terra natale saranno i funerali.

La raccolta fondi

È passato quasi un mese "ma il dolore non si cancella. Penso ai suoi figli, rimasti senza mamma". Alloggio sotto sequestro ("e nel quale comunque i ragazzi non metteranno più piede: troppo doloroso"), papà in carcere, ora sono ospitati da un amico. Colui che insieme al secondogenito della coppia è stato il primo a scoprire il cadavere della donna, quel giorno. Ed è lui che ha dato vita a una raccolta fondi su GoFundMe per sostenere la famiglia e organizzare l’ultimo saluto per Wafaa in Marocco: finora sono stati donati più di 8.200 euro da oltre 250 persone. "Ciao, mi chiamo Nabil – questo il testo –, ho 24 anni e vivo a Milano. In questa foto sono insieme al mio migliore amico. Ieri pomeriggio sua mamma è stata accoltellata da suo marito e non c’è stata speranza di salvarla. Mamma di 4 figli, la più grande di 26 anni, il secondo di 24, la terza di 17 e l’ultimo di 13. Da un giorno all’altro la loro vita è cambiata. Chiedo gentilmente un supporto per i 4 figli, che tuttora soggiornano da me, per poter portare la loro madre in Marocco e avere il servizio funebre che si merita. Grazie a tutti". La rete di solidarietà si allarga ogni giorno.

Il ricordo dei vicini

"Wafaa era una donna speciale", sottolinea Luisella, che ha partecipato alla colletta. "Noi non la dimenticheremo – aggiunge Virginia –. C’è chi lascia rose per lei davanti al portone o infilate nella casella della posta. Era davvero una persona speciale, di quelle 'invisibili' (di lei non abbiamo neppure una foto) ma che pensano sempre agli altri. Era parte della comunità, integrata, non si poteva non notare la sua gentilezza. Voleva che i figli crescessero liberi (le figlie, musulmane, hanno scelto di non portare il velo) e colti. Era orgogliosa di tutti loro. Gli occhi le si illuminavano quando parlava di loro ed era contenta che la maggiore, laureata, lavorasse in Francia. Ora la ragazza è tornata a Milano per stare con i suoi fratelli in questo momento terribile. Io mi auguro che insieme sapranno risollevarsi".

Maltrattamenti continui

I vicini hanno raccontato che i maltrattamenti duravano da anni. In passato c’erano stati alcuni interventi delle forze dell’ordine, uno nel 2015 e due l’anno scorso, sempre per liti verbali tra i due. Niente però che potesse far immaginare un epilogo così drammatico. Eppure, all’ennesima lite ("mi ha detto che stavo tutto il giorno a guardare la televisione invece di cercarmi un lavoro", le dichiarazioni di Bouchaib Sidki messe a verbale), il marito ha impugnato un coltello e l’ha colpita a morte mentre lei ha fatto di tutto per difendersi, come dimostrano i tagli rimasti sulle braccia. "È stato uno scatto di rabbia", si è giustificato il cinquantanovenne, arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato.

 

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