Coronavirus in Cina, l’intolleranza diventa contagiosa: insulti a un baby calciatore

Cesano Boscone, la denuncia della società: "Un nostro giocatore umiliato per la sua origine e nell’indifferenza". Altri episodi a Venezia e a Torino

Una manifestazione anti-razzismo

Una manifestazione anti-razzismo

Cesano Boscone (Milano), 27 gennaio 2020 - L’incubo del virus scatena anche episodi di razzismo. Uno tra quelli denunciati è accaduto sui campi da calcio dei giovani giocatori. La denuncia è dalla società Idrostar di Cesano Boscone, che ha disputato il match del girone primaverile dei Giovanissimi classe 2006 sabato a Milano, contro la compagine milanese Ausonia. «Uno dei nostri giocatori è stato pesantemente insultato dai calciatori avversari, con insulti gravissimi e razzisti», racconta il presidente della Idrostar, Ettore Leporatti. «Tornatene nel tuo paese contagiato, spero che ti venga lo stesso virus che avete lì, cinese infetto». Questo il tenore degli insulti secondo la testimonianza della società cesanese, che ha pubblicato sui social il post di accuse e che oggi provvederà a inviare una segnalazione alla Federazione Calcio

«Un nostro ragazzo di 14 anni è stato umiliato solo perché cinese – aggiungono da Idrostar – Il peggio è che né l’arbitro, né il mister, o i dirigenti dell’Ausonia hanno preso provvedimenti. Tutto è passato inosservato, un’indifferenza che ci fa paura». Anche il 14enne ha pubblicato un messaggio: «Nel 2020 c’è ancora chi insulta i cinesi e le persone di colore – ha scritto il giovane calciatore –. Dopo che mi hanno detto «spero che ti venga il virus come nei mercati del tuo Paese» non ce l’ho fatta e sono uscito dal campo. Chiedo scusa ai miei compagni».  Gli altri episodi di intolleranza legati all’ignoranza e alla paura del virus si sono registrati a Venezia e Torino. Nella città lagunare una gang di adolescenti ha sputato contro una coppia di turisti cinesi dopo averli seguiti e insultati. A Torino, invece, una famiglia di cinesi che vive in Italia da decenni si è sentita dire: «Allontaniamoci, che portano la Sars dalla Cina».

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