Violenze sessuali, il gup: "No al sequestro di 1,5 milioni ad Alberto Genovese"

La richiesta era arrivata dalla modella 18enne che lo accusa di stupro. Per il giudice non esiste il timore che l'imprenditore non abbia i soldi per risarcire o che voglia "sviare" il denaro

Alberto Genovese

Alberto Genovese

Milano, 22 aprile 2022 - Non ci sarà il sequestro conservativo di 1,5 milioni di euro a carico dell'imprenditore Alberto Genovese,  accusato di due casi di violenza sessuale commessi tra il luglio e il novembre 2020 tra Milano e Ibiza. Il gup Chiara Valori ha così respinto la richiesta avanzata da una delle due delle due vittime, la modella 18enne che denunciò di essere stata prima stordita con un mix di droghe e poi violentata per 20 ore di seguito da Genovese durante un festino organizzato il 20 ottobre 2020 nell'attico milanese dell'imprenditore conosciuto come "Terrazza Sentimento". La ragazza, parte civile nel procedimento, aveva respinto una proposta di risarcimento di 130 mila euro, convinta di aver subito un danno quantificato in 1,5 milioni di euro. Ma la richiesta del suo legale di congelare quella somma in vista di un possibile risarcimento è stata rigettata dal giudice. Per il gup Valori, "nessun elemento attesta l'inesistenza attuale di un patrimonio riferibile all'imputato sufficiente a far fronte alle obbligazioni civili che dovessero derivare dal reato" e "neppure da un punto di vista soggettivo sono individuabili elementi che inducano a ritenere un pericolo di dispersione delle garanzie del credito".

Nei mesi scorsi Genovese aveva creato un trust dove poi ha versato i circa 200 milioni ottenuti dalla vendita del suo pacchetto azionario di Prima Assicurazioni, ma per il giudice "la semplice costituzione di un trust non rappresenta elemento sufficiente per ritenere che egli stia cercando di sottrarsi ai propri obblighi". Anzi quel trust sarebbe nato "proprio allo scopo di garantire il pagamento delle spese di giustizia ed eventuali risarcimenti del danno dovuti alle persone offese". "Proprio le vittime del reato - per il gup - sono indicate tra i beneficiari diretti del patrimonio segregato, dal momento che lo stesso Genovese resterà beneficiario allo scopo di far fronte al risarcimento danni, mentre le ragioni delle vittime rimarranno in ogni caso garantite anche laddove l'imputato dovesse sottrarsi alla misura cautelare o decadere anzitempo".

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