MAURIZIO
Cronaca

Venezia-Milano in orario e quell’ora e mezza di fila per salire su un taxi

Maurizio Cucchi racconta l'odissea vissuta con la moglie alla Stazione Centrale di Milano durante uno sciopero dei mezzi pubblici, tra code interminabili e momenti di solidarietà.

Cucchi

Venivamo da Venezia e arriviamo alla Stazione Centrale in perfetto orario. Ne siamo ovviamente soddisfatti a ci dirigiamo verso il posteggio di taxi, perché è annunciato uno sciopero dei mezzi pubblici che ci toglie la disponibilità immediata del metrò che ci condurrebbe normalmente a casa. Arriviamo al posteggio alle ore 19.34 e ci troviamo subito di fronte a uno spettacolo, se non proprio sorprendente, davvero ben poco incoraggiante. Infatti vediamo davanti a noi una fila immane, centinaia di persone in attesa, divise addirittura in tre code. Capiamo subito che dovremo avere molta pazienza e fingiamo ironia per non abbatterci. Qualcuno, per fortuna nostra, la pazienza la perde e decide di abbandonare la coda. Qualcun altro, invece, cerca di fare il furbo e si precipita direttamente ai taxi in arrivo, ma senza riuscire a farla franca. Intanto vediamo un’anziana signora che si avvicina alla gente in fila e chiede l’elemosina, mentre all’estremo limite della zona d’attesa giace sdraiato un mendicante con la mano vanamente protesa. Procediamo non senza lentezza, considerando chi è appena arrivato non senza un perfido sorriso e alla vista della luminosa scritta di un bar penso che io e mia moglie potremmo persino ristorarci: una va all’aperitivo e l’altro aspetta in coda per poi dare il cambio…

Ma preferiamo non rischiare: i taxi, per fortuna, arrivano con discreta frequenza, in genere… Verso le 20 siamo a metà della coda e mi verrebbe quasi voglia di migliorare il mio umore sulle pagine di un buon libro che ho in tasca, e cioè Clara legge Proust, di Stéphane Carlier, edito da Einaudi. Ma c’è ben poca luce e vedo che la cosa è troppo difficile. Arriviamo intanto vicinissimi alla meta, ci congratuliamo con una coppia, davanti a noi, che finalmente ce l’ha fatta. Alle 20.50, e non esagero, saliamo finalmente su un taxi e lungo la strada osserviamo file interminabili di gente alle fermate dei mezzi. E scuotiamo la testa partecipi…

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