Vaiolo delle scimmie, 64 contagiati in un mese: in Lombardia l'83% in più in pochi giorni

Sono tutti maschi, l’81% ha tra 30 e 49 anni e 46 vivono tra Milano e Lodi

Uno step dell’analisi per la ricerca del virus del monkeypox in un laboratorio

Uno step dell’analisi per la ricerca del virus del monkeypox in un laboratorio

Sono arrivati a 64 i contagiati dal vaiolo delle scimmie censiti in Lombardia nell’arco di un mese (il primo fu individuato all’ospedale Sacco di Milano la sera del 24 maggio): l’83% in più rispetto ai 35 che si registravano meno di una settimana fa. All’epoca, erano già più di duemila i casi di monkeypox tracciati a partire da gennaio e confermati all’Oms da 42 Paesi, con la Gran Bretagna a rappresentarne, da sola, un quarto.

Negli ultimi giorni altre segnalazioni si sono aggiunte, da nuovi Paesi (ieri, ad esempio, la Bulgaria) e da regioni italiane che sin qui non ne avevano ancora individuati. Oggi potrebbe arrivare una decisione del Comitato d’emergenza dell’Organizzazione mondiale della sanità, che è riunito per stabilire se dichiarare quest’ondata di vaiolo delle scimmie (la prima di quest’estensione, e senza una connessione ricostruibile con le aree dell’Africa occidentale e centrale in cui il virus è endemico) un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale ("Pheic"), e in quel caso l’Oms proporrà "raccomandazioni su come prevenire e ridurre al meglio la diffusione della malattia e gestire la risposta globale di salute pubblica". Si parla comunque di numeri, e per fortuna anche di conseguenze, lontanissimi da quelli ai quali ci ha abituato per oltre due anni la pandemia da Covid. E benché l’epicentro dell’ondata di monkeypox sia l’Europa, l’Italia appare al momento lontana dalla prima linea e così la Lombardia. "I numeri sono bassissimi a livello di ricovero, si tratta forse di qualche unità", e le persone attualmente seguite a casa dagli specialisti del Sacco (indicato dalla Regione come ospedale di riferimento, insieme al San Matteo di Pavia) "sono qualche decina – spiegava lunedì scorso Alessandro Visconti, direttore generale dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco che include la struttura di Roserio –. È una malattia che è assolutamente sotto controllo, e non tocca i bambini".

L’identikit dei 64 casi censiti a mercoledì non si discosta molto dal penultimo: i contagiati sono ancora tutti maschi, più di metà (36) hanno tra 30 e 39 anni e aggiungendo i quarantenni (16) si supera l’80 per cento. I casi “autoctoni“, cioè che presumibilmente si sono contagiati in Italia, mantengono il sorpasso su quelli legati al "cluster estero", anche se la scorsa settimana se ne sono aggiunti alcuni con un link oltreconfine. Il 72% dei contagiati (46) risiede nel territorio dell’Ats Metropolitana (Milano e Lodi); seguono la Brianza (con 7 casi), l’Insubria (Varese e Como, con 4), la Valpadana (Cremona e Mantova, 2 casi), Brescia, Bergamo e Pavia con un caso ciascuna, mentre per due degli ultimi contagiati non è indicata una provincia di residenza in Lombardia.

 

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