Vaiolo delle scimmie: primo caso in Lombardia

E' il sesto in Italia. Il laboratorio del Sacco di Milano ha confermato la diagnosi di positività del campione prelevato

Il vaiolo delle scimmie

Pox virus, illustration. Pox viruses are oval shaped and have double-strand DNA. There are many types of Pox virus including Chickenpox, Monkeypox and Smallpox. Smallpox was eradicated in the 1970's. Infection occurs because of contact with contaminated animals or people and results in a rash or small bumps on the skin. (Photo by ROGER HARRIS/SCIENCE PHOTO LIBRA / RHR / Science Photo Library via AFP)

Milano - Primo caso di vaiolo delle scimmie in Lombardia. Il laboratorio di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica dell'Ospedale Sacco ha confermato la diagnosi di positività del campione prelevato da un un paziente che presentava sintomi riconducibili al vaiolo delle scimmie. Lo rendono noto fonti dell'assessorato regionale al Welfare.Si tratta del sesto caso a livello nazionale.

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Il ceppo

Nel frattempo, viene reso noto dall'Inmi, "i ricercatori dello Spallanzani hanno completato la prima fase dell'analisi della sequenza del Dna del Monkeypox virus dei primi tre casi di vaiolo delle scimmie osservati in Italia e seguiti presso l'Istituto romano". "I campioni risultati positivi al Monkeypox virus sono stati sequenziati per il gene dell'emoagglutinina (Ha), che consente l'analisi filogenetica del virus, e sono tutti risultati affini al ceppo dell'Africa Occidentale, con una similarità del 100% con i virus isolati dei pazienti in Portogallo e Germania. Potremmo essere anche in Italia di fronte a un virus 'paneuropeo' - ritengono gli specialisti dello Spallanzani - correlato con i focolai osservati in vari Paesi europei".Ieri il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha segnalato 67 casi in nove paesi Ue (Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia). 

La doppia elica

Il virologo Pasquale Ferrante, professore alla Temple University di Philadelphia negli Usa, direttore sanitario e scientifico dell'Istituto clinico Città Studi di Milano, ha spiefato chee "il virus del 'monkeypox', così come quello del vaiolo umano, è un virus a Dna a doppia elica, fra l'altro molto grosso per dimensioni", precisa lo specialista, ricordando che "all'epoca del vaiolo il virus lo si poteva quasi osservare al microscopio ottico, per quanto era grande la particella".  Questa caratteristica "significa qualcosa anche da un punto di vista biologico: vuol dire stabilità. Essendo un virus a Dna a doppia elica, per di più appunto di dimensioni ragguardevoli - insiste Ferrante - quello del vaiolo delle scimmie, come anche gli herpesvirus tra cui la varicella, è uno di quei virus che non va facilmente incontro a mutazioni, ma che anzi si sono dimostrati finora assolutamente stabili. Al contrario dei coronavirus come il Sars-CoV-2 di Covid-19, virus a Rna inclini a mutare" per assenza di 'correttori di bozze', ossia i meccanismi che durante la replicazione limitano il rischio di errori casuali dai quali originano le varianti.