Vaccinati 4mila anziani ’fuori lista’ Lo stop ad Astra non tocca i 75enni

Fino a domenica gli over 80 “dimenticati” nei centri senza appuntamento. Le opposizioni: è già caos

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di Giulia Bonezzi

Il nuovo limite d’età ad AstraZeneca (verso lo stop per gli under 60 dopo che l’Ema ha stabilito un possibile collegamento tra il vaccino anglo-svedese e alcune rarissime trombosi, simili a reazioni all’eparina che si usa per curare il Covid, e che comunque non ne inficia il rapporto rischi-benefici) non dovrebbe avere impatti devastanti sulla campagna lombarda, almeno nell’immediato. Il primo giro di AstraZeneca infatti è alle battute finali per forze dell’ordine e sanitari di fase 1-Bis, e martedì sera aveva raggiunto l’82% dei 222.234 lavoratori delle scuole lombarde; il ministero della Salute è orientato a somministrarlo anche in seconda dose a chi l’ha già ricevuto e la prossima categoria a entrare in vaccinazione massiva col farmaco anglo-svedese saranno, da lunedì prossimo, i 75-79enni.

Certo la svolta annunciata ieri sera non dovrebbe impattare sul rush finale delle prime dosi agli ultraottantenni nei centri vaccinali, carburato a Pfizer. Ieri era il primo giorno in cui gli over 80 “dimenticati”, che cioè non avevano mai ricevuto una convocazione dopo aver aderito alla campagna con il vecchio sistema di Aria, potevano presentarsi senza appuntamento nel centro vaccinale più vicino per ricevere in overbooking la prima razione di antiCovid. Nei centri vaccinali, ha fatto sapere l’assessorato regionale al Welfare, si sono presentati spontaneamente in tutto 4.939 anziani, e 3.994 (l’81%) hanno avuto in giornata il vaccino; quanto agli altri, "in alcuni casi si è proceduto a fissare l’appuntamento tra domani (oggi, ndr) e l’11 aprile, mentre altri cittadini che non rispondevano ai criteri d’età sono stati invitati a prenotarsi tramite il portale di Poste". Il nuovo sistema a prenotazione diretta ieri ha ufficialmente mandato in pensione il precedente anche per gli ultraottantenni che non hanno mai aderito (martedì sera erano 57.890), e ora possono prendere appuntamento con uno dei quattro metodi offerti da Poste: il sito, i Postamat (usando la tessera sanitaria), i portalettere o telefonando al call center (800 894 545). Come i 75-79 enni (ieri alle 18.40 aveva prenotato il 65%).

La possibilità di presentarsi senza appuntamento, fino a domenica, è riservata agli over 80 che col vecchio sistema avevano aderito ma non avevano mai ricevuto un sms o una chiamata; ieri, in base alla ricognizione dell’assessorato al Welfare, l’hanno fatto in 887 in Brianza, in 220 nel Pavese, in 431 tra Como e Varese, in 62 tra Cremona e Mantova, in 670 nel Bresciano, in 875 nella Bergamasca e in 1.607 tra Milano e Lodi; tutti vaccinati, secondo le Asst, tranne quelle del Pavese, che a 50 autopresentati hanno fissato entro domenica un appuntamento, e quelle dell’Ats Metropolitana, che l’hanno fatto per 474 persone. Gli ospedali di Milano e Lodi sono i soli ad ammettere di avere rifiutato il vaccino ad altre 321 persone in quanto "non idonee". Anche se la consigliera regionale Elisabetta Strada (dei Lombardi civici europeisti), tra le "150 mail su disagi" ricevute ieri, ha raccolto la segnalazione di una persona i cui genitori (comaschi) sono stati respinti dal centro di Lurate Caccivio (Ats dell’Insubria) col pretesto d’aver “bucato” appuntamenti fissati loro nei giorni scorsi in altre città e a loro totale insaputa.

Un’interpretazione piuttosto restrittiva, a quanto risulta al Giorno, rispetto a quelle di altri centri che anche nei giorni scorsi, in assenza di code, hanno vaccinato qualche candidato spontaneo “anticipatario”. Il consigliere dem Samuele Astuti incolpa le prime "affermazioni dell’assessore Moratti" di un "cortocircuito in cui né gli operatori sanitari né i cittadini sapevano più che fare". Porta ad esempio gli anziani di Binasco che si sono rivolti al Niguarda e alla Fabbrica del Vapore "perché il centro vicino a casa non aveva dosi per i non prenotati".

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