
Uomo in bilico sul ponte "Così lo abbiamo salvato"
di Marianna Vazzana
Sospeso nel vuoto, a 20 metri d’altezza, ancorato alle sbarre di una recinzione con un piede e le mani. Dopo una “trattativa“ durata 40 minuti "siamo riusciti ad afferrarlo e a trascinarlo al sicuro". Così tre agenti della polizia locale di 52, 32 e 31 anni del Comando decentrato 9 hanno salvato la vita a un uomo di 33 che ieri minacciava di suicidarsi gettandosi dal cavalcavia di via Farini, nel tratto iniziale vicino al quartiere Isola. A raccontare quei momenti è uno di loro.
Come è iniziato l’intervento?
"Alcuni passanti hanno segnalato a un collega di passaggio che un uomo era in bilico sul ponte di via Farini e che voleva buttarsi sui binari. Il collega ha quindi fatto scattare l’emergenza, così sul posto sono arrivate tre squadre della polizia locale. I tre capipattuglia, tra cui me, si sono subito avvicinati al ragazzo".
Che cosa diceva?
"Farfugliava, era nel panico. Ci ha rivelato di aver ingerito delle pasticche di Mdma (e i medici hanno poi confermato). Diceva “voglio farla finita“ e “non ce la faccio più“".
Come lo avete dissuaso?
"Abbiamo cercato di prendere tempo, di distrarlo. Non era semplice perché ogni volta che vedeva avvicinarsi qualcuno si sporgeva nel vuoto, restando appeso alla sbarra solo con una mano. Io ho temuto più di una volta che si sarebbe gettato, anche perché più passava il tempo e più mostrava segni di stanchezza. Noi tre abbiamo gesticolato in direzione dei soccorritori, della polizia di Stato e dei vigili del fuoco presenti, i quali hanno subito capito di dover stare fuori dal campo visivo del ragazzo in modo che non si agitasse. E mentre i pompieri montavano i teli vicino ai binari, di sotto, per attutire un’eventuale caduta, noi cercavamo di convincere il giovane a non gettarsi, dicendogli che lo avremmo aiutato a risolvere i suoi problemi e anche raccontandogli di aver passato a nostra volta delle difficoltà: lui ci ascoltava".
In che modo lo avete salvato?
"Al momento buono, due di noi lo hanno afferrato per le caviglie trascinandolo poi di peso verso la strada. Per fortuna la storia ha avuto un lieto fine". L’uomo, che si è procurato delle abrasioni scavalcando la recinzione, è stato poi accompagnato al Niguarda.