Attorno alla famiglia di Ibrahim c’erano tutti. Musulmani e cattolici. Docenti ed ex maestre. Compagni di scuola e vicini di casa. Genitori e semplici residenti del quartiere. Tutti insieme per rendere più sopportabile una tragedia che, venerdì, ha visto il 13enne annegare nelle acque del lago a Lecco. In modo spontaneo, in una manciata di ore, è stata organizzata una manifestazione per ricordare Ibra, come lo chiamavano gli amici. "Ci sentiamo oggi parte dell’unica famiglia di Dio – hanno spiegato docenti e genitori della media Garcia Villas –. Accenderemo le candele e i compagni di classe di Ibrahim le terranno in mano per illuminare questo momento di buio per tutti". Centinaia di persone si sono radunate alla chiesetta di Sant’Eusebio. Chi ha portato un fiore, chi un lumicino, chi un cartellone con un messaggio per Ibra. Un’ex maestra delle elementari è arrivata con una rosa rossa e una foto ingrandita che lo ritrae più piccolo, a mezzo busto, con gli occhiali. "L’ho portata qui per voi, per darla a voi", ha detto poi alla madre, quando gliel’ha consegnata. "Questa serata ci vede qui uniti come comunità di scuole, di educatori, come comunità di quartiere. Per prendere per mano amici e compagni. Per essere vicini alla sua famiglia. Per imparare a farci custodi del dono della vita". Sempre dal basso, è partita anche una raccolta fondi. "Abbiamo portato una cassetta. Qui da noi usa aiutare la famiglia che sta vivendo una tragedia. Quindi, chi vuole, può anche contribuire con un’offerta".
Con le candele accese, alcune messe nei barattoli di vetro, la comunità di Cinisello Balsamo ha accompagnato i genitori e il fratello maggiore di Ibra fino a casa, nei palazzi dell’Aler dall’altra parte della piazzetta e del giardino. Nel cortile, altre persone ad aspettare di stringersi in un abbraccio. "Ibrahim adesso guardaci da lassù", è stato scritto coi gessetti sull’asfalto. "Sei il nostro angelo", "ti vogliamo bene", si legge invece sulle colonne e sui muri della scala della famiglia Ben Bajjar. "Ringraziamo tutti per questa accoglienza e presenza. Non abbiamo parole per questa disgrazia". Dai canti religiosi cattolici alle preghiere musulmane, tra lacrime e ricordi. "Tutti volevano bene a Ibrahim e questa manifestazione lo dimostra", il commento del fratello maggiore Karim, mentre cerca conforto tra gli amici sotto i portici del cortile.