MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Un libro con le voci dei ragazzi: "Nel centro giovanile di periferia la nostra scoperta del mondo"

“Quando potevamo essere tutto“ è a cura dei partecipanti del Cde Creta e di Nicoletta Bortolotti. Gli ex adolescenti, ora ventenni, raccontano le proprie storie. E c’è chi ha già realizzato i propri sogni.

“Quando potevamo essere tutto“ è a cura dei partecipanti del Cde Creta e di Nicoletta Bortolotti. Gli ex adolescenti, ora ventenni, raccontano le proprie storie. E c’è chi ha già realizzato i propri sogni.

“Quando potevamo essere tutto“ è a cura dei partecipanti del Cde Creta e di Nicoletta Bortolotti. Gli ex adolescenti, ora ventenni, raccontano le proprie storie. E c’è chi ha già realizzato i propri sogni.

"Mi chiedi che cos’è il Cde per me... Ti rispondo le mie prime volte. Questo è. La prima volta che sono stato in montagna, la prima volta che ho mangiato il sushi, la prima volta che ho dormito in spiaggia di notte". È un collage di voci adolescenti, o meglio "un romanzo di formazione collettivo", come si legge nella prefazione, “Quando potevamo ancora essere tutto“, il libro appena nato (Edizione Feltrinelli) grazie al progetto Storie di Comunità sostenuto da Fondazione Cariplo. Raccoglie i racconti di vita di coloro che hanno frequentato il Cde Creta, Centro di aggregazione giovanile del Municipio 6 in via della Capinera, tra i quartieri del Giambellino e di Baggio. Un luogo di scoperte, di "prime volte", come spiega Saverio, che oggi ha 23 anni ed è un videomaker freelance. Sì, perché nel frattempo quei ragazzi e quelle ragazze sono diventati giovani uomini e donne. E si sono ritrovati poco più di un anno fa per scrivere il libro. Tra le pagine emerge che il Centro di aggregazione giovanile sia un luogo da cui affacciarsi al mondo ma anche nel quale scoprire sé stessi, riuscendo a guardarsi dentropure andando lontanissimo da casa, per esempio ad Auschwitz-Birkenau. Com’è successo a Vittoria durante un viaggio della Memoria. "Avevo bisogno di emozioni brutte. A quindici anni anni il brutto ti viene a trovare". Adesso ha 23 anni ed è educatrice di Scuola dell’Infanzia. Non solo: ha anche realizzato il sogno di entrare all’Accademia di Belle Arti. E la prima spinta è arrivata proprio da lì, da via della Capinera. Ha scelto, come gli altri. Scegliendo si scartano possibilità, è vero, ma è una soddisfazione trovare il proprio posto nel mondo e continuare a camminare nella direzione voluta. Il merito è del grande lavoro educativo che c’è dietro: "Da molti anni – spiegano gli educatori Judie e Luca – sognavamo di raccontare l’esperienza del Gruppo Giovani che dal 2016 al 2021 ha ideato e realizzato tantissime azioni, progetti e attività, e finalmente abbiamo avuto l’opportunità di farlo. Una volta approvato il progetto ci siamo ritrovati insieme una sera del 2024, dopo alcuni anni, ed è stata un’emozione incontrarci ancora lì, tutti in cerchio, a ragionare sulla realizzazione del libro. Poi abbiamo chiesto una mano alla scrittrice Nicoletta Bortolotti, che ha incontrato i ragazzi e raccolto le storie. Si è presa il tempo di scrivere e, una volta che i diversi capitoli – ognuno dei quali racconta la storia di un ragazzo o una ragazza – hanno preso forma, abbiamo consegnato a ciascuno il capitolo a lui o a lei dedicato, chiedendo di intervenire per modificarlo, arricchirlo, integrarlo". Quindi il libro è a più voci e a più mani. "Gli adolescenti che hanno partecipato al Gruppo Giovani arrivano in prevalenza dai quartieri Giambellino e Baggio, qualcuno anche da San Siro. Sono tutti quartieri periferici, luoghi dove a volte crescere è davvero difficile, tanto quanto può essere difficile riuscire a pensare al futuro partendo da uno svantaggio economico e sociale che distrugge sin da piccolissimi il sogno di poter essere altro, di poter scegliere davvero. Nei quartieri di cui parliamo coesistono aree abitate da famiglie molto benestanti con aree abitate prevalentemente da ceti medio-bassi e bassi, come le case di edilizia popolare". Ecco, "al Cde Creta "la figlia dell’operaio beve il tè con la figlia del professore universitario". E si rendono conto di provare le stesse inquietudini, nel pieno dell’età in cui ogni scelta può essere decisiva. "Potrete trovare le storie di tutti quei giovani – concludono gli educatori – che si sentono soli e persi, incapaci di affrontare la vita, che stanno male, impauriti da un mondo senza futuro e senza prospettive stabili. Ma che cercano di venirne fuori".