ANNA GIORGI
Cronaca

Uccisa incinta di 7 mesi: "Giulia non riuscì a urlare. Fu colpita subito alla gola"

La deposizione dei medici legali: "Presa alle spalle, non potè difendersi". Le foto dimostrano l’accanimento del fidanzato assassino, che ora piange in aula.

Processo a porte chiuse durante la proiezione delle immagini dei resti di Giulia Tramontano, la 29enne incinta e uccisa con 37 coltellate dal suo compagno e padre di Thiago, il bimbo che sarebbe nato due mesi dopo l’omicidio. Ma l’orrore è stato restituito dalle testimonianze dei medici legali, massimi esperti, Nicola Galante e Andrea Gentilomo, che hanno eseguito l’autopsia sul corpo. Giulia Tramontano è stata sorpresa alle spalle, accoltellata 37 volte, 24 delle quali inferte con forza e rabbia in zona cervicale: collo, gola, testa, in parte viso, quando la futura mamma, colta di sorpresa, ha tentato di girarsi. La ferita profonda alla laringe le ha impedito di urlare.

Particolare accanimento sul viso e sulla gola con la recisione netta della carotide, le altre coltellate sono state inferte alla zona polmonare e toracica. Nessuna ferita sulla pancia, e nemmeno, da difesa, sulle mani o sugli avambracci. Questo, che in termini tecnici si chiama ’overkilling’ ha portato – stando alla spiegazione dei medici – a un velocissimo shock emorragico che ha causato prima la morte di Giulia e successivamente la morte del feto. Le lesioni mortali sono state due in particolare, una alla carotide destra e una alla vena succlavia sinistra. La morte del feto è stata, quindi, successiva alla morte della madre e determinata da una "insufficienza vascolare provocata dall’emorragia materna". Anche il perito di anatomia patologica Ezio Fulcheri ha parlato del bimbo che Giulia aveva in grembo: "Nessuna lesione vascolari del feto, né della placenta. Non c’erano segni di travaglio in atto. Il feto è morto per perfusione ematica". Si tratta dell’arresto del flusso ematico al bambino.

Tutti i dettagli sullo strazio del corpo di Giulia sono stati elencati mentre l’assassino Alessandro Impagnatiello, da dietro le sbarre piangeva in modo silenzioso, con la testa bassa, raccolta fra le mani. ll tossicologo Mauro Minoli ha, invece, parlato dell’avvelenamento: "Sul cadavere di Giulia è stata rilevata traccia del topicida Bromadiolone. Nel fegato era 30 volte superiore a quella trovata negli organi del piccolo Thiago. Quel tipo di topicida non ha effetto mortale immediato, inibisce la coagulazione del sangue quindi, assunto in grosse quantità, nel tempo, porta a emorragie gastriche e intestinali. Questo tipo di topicida ha un sapore molto amaro, disgustoso, un sapore artificialmente introdotto, per evitare l’assunzione umana accidentale".

E ha precisato: "La somministrazione proseguiva da almeno due mesi, con un grosso incremento negli ultimi venti giorni". Infine, ha aggiunto il tossicologo: "il cadavere prima di essere bruciato è stato in buona parte cosparso di benzina, alcol e acetone per unghie, usati come acceleratori delle fiamme".