Razzismo e social network, Lombardia capofila dei tweet intolleranti

A Milano, sui circa 1.300 messaggi rilevati, il 44% sono contro le donne, il 29% contro gli omosessuali, il 14% denotano forme di razzismo, il 7% sono contro i disabili e il 6% antisemiti

Twitter (Ansa)

Twitter (Ansa)

Milano, 3 marzo 2015 - «La Lombardia prima in Italia per messaggi intolleranti» su Twitter, in particolare contro le donne: a sostenerlo è l’associazione Vox-Osservatorio italiano sui diritti, che ha stilato una Mappa dell’Intolleranza italiana sulla base di otto mesi di monitoraggio del social network e 1.800.000 "cinguettii" tra gennaio e agosto 2014, di cui 43.000 (2,3% del totale) geolocalizzati. L’iniziativa nasce per mappare l’odio razziale, l’omofobia, l’odio contro le donne e contro i diversamente abili, l’antisemitismo. La geolocalizzazione dei messaggi ha consentito la definizione delle zone, in Italia, dove l’intolleranza è maggiormente diffusa. In particolare la Lombardia si rivela una delle zone a più alta concentrazione, tra le prime in classifica in 4 dei 5 campi. Complessivamente - secondo i dati della ricerca - la distribuzione dell’intolleranza è polarizzata soprattutto al Nord e al Sud, con poco riscontro invece nelle zone del centro. Ma la situazione si capovolge per quanto riguarda l’antisemitismo, fenomeno in evidenza soprattutto nel Lazio e nel centro Italia.

Se si considerano i diversi tipi di messaggi intolleranti si scopre che al primo posto ci sono i "cinguetti" misogeni: 1.102.494 tweet in 8 mesi contro le donne, con picchi in Lombardia, Campania, aree tra il sud dell’Abruzzo e il nord della Puglia, Friuli-Venezia Giulia. Seguono per numero di messaggi rilevati, i tweet contro le persone con disabilità (arrivati a 479.654). Si concentrano in Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Basilicata quelli razzisti e in Lombardia, Campania e Friuli-Venezia Giulia quelli omofobi. A Milano, sui circa 1.300 messaggi rilevati, il 44% sono contro le donne, il 29% contro gli omosessuali, il 14% denotano forme di razzismo, il 7% sono contro i disabili e il 6% antisemiti. «Siamo partiti dall’analisi su 72 parole sensibili in grado cioè di evidenziare l’esistenza di sacche di intolleranza nel nostro Paese - spiega Silvia Brena, co-fondatrice di Vox -. Pensare l’odio, porta poi ad agirlo; dare voce senza mediazione emotiva alla propria rabbia e sputarla in rete, porta poi al cyberbullismo o allo sviluppo di violenza strutturata. Col Comune di Milano dunque stiamo ipotizzando di portare avanti questo progetto, raffinando ulteriormente la ricerca, per fare prevenzione mirata sul territorio».

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