A. G.
Cronaca

La maxi-truffa delle supercar, 15 vittime a Milano

La banda vendeva le fuoriserie on line. In tutta la Lombardia 56 persone truffate per quasi mezzo milione di euro

L’operazione è stata condotta da Finanza e Polstrada

Milano, 22 marzo 2019 - Un affare solo all’apparenza, che nascondeva un raggiro e una maxi-evasione fiscale. Auto di lusso acquistate online, da 835 persone in tutta Italia ignare del fatto che i mezzi erano stati «ringiovaniti» riducendo il chilometraggio e che le immatricolazioni erano truffaldine. Sono 56 i lombardi, 15 residenti tra Milano e hinterland, truffati dall’organizzazione smantellata dall’operazione “Cars lifting” condotta dalla Guardia di finanza di Pordenone e della Polstrada di Udine.

Al centro operazioni per l’acquisto di veicoli che solo in Lombardia valgono quasi due milioni di euro, 494.300 euro nel Milanese. Gdf e Polstrada hanno eseguito cinque misure cautelari e un sequestro per equivalente per oltre 5 milioni di euro nei confronti dei membri dell’organizzazione che operava in tutta Italia e vendeva veicoli di pregio di provenienza per lo più tedesca: Porsche, Mercedes, Audi e Bmw.

Sono 18 le persone indagate, cinque quelle raggiunte da provvedimenti restrittivi della libertà personale con 3 arresti (due in carcere e uno ai domiciliari), eseguiti a Pordenone, Anzio e Nettuno; due gli obblighi di dimora. Associazione per delinquere, evasione fiscale, truffa, falso materiale e ideologico sono i reati ipotizzati, a seconda delle posizioni. L’operazione nasce da un sequestro per contrabbando doganale, effettuato dalla Gdf a Pordenone, di una «Rolls Royce Phantom II» intestata a una società con sede in Svizzera. L’inchiesta ha portato alla luce una struttura che operava (per il tramite di società con sedi legali fittizie a Roma e Palermo) nella promozione e vendita in Italia di auto di alta gamma, attraverso siti internet specializzati, in totale inosservanza degli obblighi tributari.

I ricavi non contabilizzati fiscalmente di quasi quattro anni sono stati quantificati in oltre 30 milioni di euro di cui 5,4 di Iva, attraverso un meccanismo di società «schermo» intestate a prestanome. Per 635 auto immatricolate fraudolentemente è stato disposto il sequestro penale delle carte di circolazione. Gli investigatori hanno accertato anche introiti illeciti del gruppo per 2,1 milioni di euro relativi agli anticipi, anche di 30-40 mila euro, versati dagli acquirenti per vendite di veicoli poi mai concluse.