Trovato morto con un cappuccio al collo

Il cadavere di un uomo di 38 anni era appoggiato al corrimano di una scala all’interno di un edificio industriale abbandonato

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Sono da poco passate le tre di notte, quando inizia il sopralluogo in via Giovanni Battista Grassi, zona Quarto Oggiaro, degli agenti di polizia del commissariato diretto da Osvaldo Rocchi e del pm di turno Giovanni Tarzia. C’è il cadavere di un uomo, morto da poco, dirà la prima ispezione del medico legale, è un 38enne, di origine romena, ma residente a Milano da anni, piccoli precedenti per furto e spaccio. La polizia è stata avvertita dalla telefonata di un sedicente passante, che si sarebbe accorto del cadavere. E qui cominciano le anomalie di un caso che ne presenta parecchie. Il cadavere dell’uomo viene ritrovato, infatti, all’interno di una ex fabbrica dismessa, che non ha passaggio, tantomeno a quell’ora. È una di quelle architetture industriali abbandonate e colonizzate dalla vegetazione, in cui a volte si rifugiano senzatetto disperati, che difficilmente però hanno un telefono.

L’anomalia maggiore è la posizione in cui viene ritrovato il romeno: "impiccato" al cappuccio della sua felpa, e con i piedi che toccano terra. Il punto di appoggio della felpa è un gancio attaccato al corrimano di una scala che porta ai piani superiori. Non c’è nessun elemento che faccia pensare agli inquirenti che il 38enne si sia impiccato, perlomeno non da solo, ma al momento non ci sono elementi che facciano pensare a una aggressione violenta. Il pm, per ora, ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. In questi giorni non sarà possibile eseguire le autopsie così come ha disposto il procuratore capo Francesco Greco. Data l0emergenza covid gli esami autoptici possono essere eseguiti solo in caso di estrema necessità, cioè nel caso di omicidi.

Nell’attesa di capire se l’autorità giudiziaria chiederà una esame autoptico più approfondito, già nelle prime ore del mattino il medico legale ha eseguito un’ispezione approfondita del cadavere, a seguito della quale non sarebbero state trovate tracce evidenti di arma da taglio, nè altre ferite che, al momento, facciano pensare a una morte violenta. Ma l’ispezione non è una autopsia. Ci sono lividi sul corpo, non solo all’altezza del collo. E poi la posizione in cui è stato ritrovato farebbe pensare che è stato messo lì da altri. Perché? Cosa è successo prima? L’uomo aveva assunto sostanze stupefacenti? Gli investigatori stanno cercando di ricostruire la vita precedente e le ultime ore del romeno.

Spesso in quella fabbrica trovano rifugio persone sbandate, lì dormono e lì spacciano.

Un regolamento di conti finito in tragedia e mascherato goffamente da suicidio?

Ucciso da un’altra parte e scaricato lì dopo?

Le ipotesi restano tutte aperte.

Anna Giorgi

mail: anna.giorgi@ilgiorno.net

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