Milano, traffico di rifiuti: un terreno Expo nel giro

Altro blitz e quarto arresto in due anni per il titolare di una ditta di trasporti. Con la sua, eseguita altre 15 ordinanze di custodia cautelare

Via Chiasserini, l’immane rogo che tenne in apprensione Milano per una notte intera

Via Chiasserini, l’immane rogo che tenne in apprensione Milano per una notte intera

Milano, 21 ottobre 2020 - Rifiuti che diventano oro nelle mani di chi li gestiva e vendeva. O come dicevano gli imprenditori, finiti in manette, in una intercettazione emblematica dei ricchi ed illeciti affari: "Qui la merda ci diventa una miniera (...) ci è diventata oro", si legge nelle carte dell’indagine sul maxi traffico di rifiuti, che viaggiavano da Sud a Nord. E ancora: "Sai che noi c’avevamo anche un terreno in Expo (...) in Expo c’erano dei rifiuti dove noi quando eravamo troppo pieni li mettevamo di là". Così parlava Mauro Magarelli, anche lui finito in carcere nell’operazione dei carabinieri del Noe che ha portato ad altre 15 misure cautelari. Intercettato nel febbraio 2019 raccontava al telefono l’“escamotage” che consisteva nel "trasferire i rifiuti accumulati in eccesso nell’impianto della Waste Lag" di via Belgioioso, a Milano.

Lo si legge nell’ordinanza firmata dal gip Alessandra Simion su richiesta della pm Sara Ombra, Francesco De Tommasi e dall’aggiunto Alessandra Dolci. Inchiesta che ha portato anche alla quarta misura cautelare (stavolta ai domiciliari) nel giro di poco più di due anni per Maurizio Assanelli, titolare di una ditta di autotrasporti. Non sono bastati per lui tre arresti: uno in un’inchiesta su un traffico di rifiuti nata a seguito del maxi rogo di via ChiAsserini a Milano del 2018, un altro in un’indagine dello stesso genere scaturita dall’incendio di capannoni a Corteolona (Pavia) e un altro ancora lo scorso luglio per un maxi traffico di rottami ferrosi. Discariche abusive, in capannoni dismessi e dai quali spesso si sprigionano roghi, accidentali o dolosi che creano anche problemi alla salute. Tanto da far dire al giudice che "si è in presenza di vere e proprie imprese ecomafiose" che "possono contare su una fitta rete di rapporti" e su "strutture criminali fortemente radicate sul territorio" e che producono "un grosso danno all’ambiente, con grave rischio per la salute".

I carabinieri del Noe, con la collaborazione dal Gruppo per la Tutela Ambientale di Milano e dai Comandi territoriali con circa 400 uomini hanno passato al setaccio un po’ tutto il Nord Italia per eseguire 16 ordinanze di custodia cautelare (in carcere o altre) e denunciare sette persone ma, soprattutto, sequestrare sette aziende operanti nel campo del trattamento dei rifiuti, nove capannoni industriali e numerosi automezzi per un importo di circa 6.000.000 euro. Impianti abusivi sequestrati a Milano, Lissone (Monza), Origgio (Varese), Lurate Caccivio (Como).

L’inchiesta ha avuto origine nel gennaio del 2019 dopo un controllo e contestuale sequestro operato dal Noe della ditta milanese di trattamento rifiuti "Waste Mag srl". Da qui si è ricostruita una rete criminale costituita da diverse persone tra cui anche un uomo già condannato per associazione di tipo mafioso. La movimentazione dei rifiuti nei capannoni dismessi era affidata a manovalanza extracomunitaria, con poche pretese economiche da retribuire a giornata lavorativa, in nero.  

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