FABIO FLORINDI
Cronaca

Buste di topicida lasciate ai giardini di porta Venezia: è giallo

L’ex Asl: chiunque può comprarle, quelle non sono nostre trappole

Uno dei sacchetti trovati ai Giardini Montanelli

Milano, 22 luglio 2016 - Esche avvelenate lasciate per terra ai Giardini Montanelli di Porta Venezia. Il veleno era di quelli in pasta fresca per i topi, contenuto in bustine di plastica che potevano essere facilmente rotte, anche da un bambino. A trovarle è stato un uomo, a spasso con il suo cane, mercoledì mattina verso le 9, poco dopo essere entrato nel parco dall’accesso di via Manin. L’animale si è infilato dietro un cespuglio ed è tornato con tre esche nella bocca. Il padrone gliele ha tirate via, ma non ha dato troppo peso alla cosa. Il cane, però, è tornato immediatamente sui suoi passi, raccogliendo un’altra bustina e, questa volta, rompendola tra i denti. A quel punto l’uomo, incuriosito, ha deciso di guardare di che cosa si trattava ed ha scoperto che era veleno per topi. Preoccupato, ha fatto immediatamente portato il cane dal veterinario e l’animale pare che non abbia subito particolari conseguenze.

Il problema però resta. Come è finito del topicida nel parco? Le trappole per topi dell’Ats sono contenitori in metallo con buchi piccoli in cui solo i ratti possono entrare. E, inoltre, il veleno non può uscire. Sia l’Ats che la polizia municipale fanno sapere di non avere avuto a che fare con casi simili di recente. Il coordinatore della struttura igiene e ambienti di vita dell’Agenzia di tutela della salute, Luigi Sansevero, sottolinea che "si può escludere con estrema certezza che l’esca utilizzata sia in uso all’Ats della città Metropolitana. È evidente che si tratta di bustine sfuse di pasta fresca, mentre la nostra struttura utilizza esche paraffinate di forma tipo parallepipedo con al centro un foro che ne permette l’ancoraggio all’interno dell’erogatore di sicurezza".

Quello rinvenuto ai Giardini Montanelli "è un topicida che può essere venduto ai privati cittadini". Non esiste un divieto formale, anche se un decreto ministeriale prescrive che le esche devono essere inaccessibili e inasportabili, mentre in questo caso non è così. Un cittadino che si trova di fronte a casi simili, aggiunge Sansevero, "deve avvertire in contemporanea la polizia locale e il servizio veterinario di Ats Milano". Il dirigente invita comunque alla calma: "Bisogna comunque tenere presente che queste esche nascono per avvelenare i ratti che hanno un peso medio di 350 grammi e che agiscono per accumulo, la loro tossicità si misura in mg di principio attivo" e non sui grammi dell’intera esca.