Tempo scaduto, parla Verti: nessun accordo con le Rsa

La compagnia resta sui suoi passi. "Rammaricati dopo 4 mesi di confronto". Il “cuscinetto“ offerto per dimezzare il personale: buona uscita e ricollocamento

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di Laura Lana

Tempo scaduto e senza che Verti Assicurazioni e sindacati siano arrivati a un’intesa, dopo la dichiarazione dell’azienda di 325 esuberi su 605 dipendenti. "Siamo rammaricati per non aver trovato l’accordo con le Rsa e con le rappresentanze sindacali nazionali dopo quattro mesi di confronto, rendendo vano il lavoro per arrivare all’adozione di misure condivise di gestione delle eccedenze di personale - spiega la Compagnia, che in queste settimane era rimasta in silenzio -. Come sempre sottolineato durante i diversi incontri, l’obiettivo è limitare al minimo l’impatto sociale di questa ristrutturazione che ci consentirà di continuare a investire sul mercato italiano". Verti non arretra di un passo: permane nelle intenzioni sia "la pianificata riorganizzazione" sia "le eccedenze di personale".

I sindacati lo avevano anticipato ai dipendenti nell’ultima assemblea: da qui in avanti non sarà facile anche per la posizione ferma della multinazionale del gruppo spagnolo Mapfre. Ancora oggi l’unico cuscinetto offerto dall’azienda, per dimezzare il personale, è la buona uscita assieme al ricollocamento in ditte fornitrici. "Verti ha messo a disposizione un piano di incentivazione economica all’esodo su base volontaria per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, articolato in diverse misure che vanno dall’incentivo puramente economico, con una media di 28 mensilità fino a un massimo di 33, alla ricollocazione presso altre aziende fino all’accompagnamento all’outplacement con il supporto di una primaria società del settore". L’auspicio dell’azienda di via Volta è "trovare la massima adesione". Serve un nuovo modello organizzativo, per ragioni strutturali, ammette l’azienda. "La Compagnia ha bisogno di adeguarsi per affrontare l’evoluzione del mercato e garantire una crescita futura sostenibileSi rende necessario aumentare il ricorso alle tecnologie in grado di offrire la più efficiente e meno costosa assistenza al cliente, accelerare i processi di automazione e digitalizzazione, esternalizzare le attività la cui gestione non è più sostenibile". Dai dati Ivass, il mercato della vendita diretta vede un calo sensibile dei prezzi dei prodotti (-24% la variazione del premio medio RC negli ultimi 7 anni) e "un drastico taglio dei costi fissi di gestione, ottenuto mediante l’adozione di modelli organizzativi più flessibili e l’utilizzo delle tecnologie disponibili".

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