SIMONA BALLATORE
Cronaca

Tasse universitarie, fuoricorso "bacchettati" / I DATI

La Statale può costare più del Politecnico. Le rette degli atenei pubblici sotto la lente

Studenti universitari

Milano, 2 maggio 2018 - Milano città universitaria, ma non ancora per tutti. L’introduzione della «No tax area» ha portato ad alcune modifiche sostanziali, ma da un lato continua il braccio di ferro sullo sforamento o meno del tetto di legge del 20%, ovvero la quota a carico dello studente rispetto al contributo dato dal ministero, anche a colpi di ricorsi, dall’altro gli atenei - per garantire le borse di studio - continuano a sborsare di tasca loro milioni di euro che spetterebbero alla Regione. A scattare l’ultima fotografia della tassazione negli atenei è l’Unione degli Universitari. 

«A Milano- spiega Mattia Sguazzini, responsabile Diritto allo Studio dell’Udu nazionale –, fra gli atenei pubblici, chi paga mediamente di più è lo studente del Politecnico, superato però nelle materie scientifiche dal “fuoricorso” della Statale, che declina le tasse a seconda dei corsi (tre le aree previste) e dà penalità economiche se non si acquisiscono i requisiti di credito, ovvero 12 crediti al primo anno e 25 dal secondo in su». Prendiamo due facoltà: Giurisprudenza a ciclo unico, fra le più «economiche», e Medicina e Chirurgia, fra le più «care». Chi è nella «No tax area» paga 156 euro (tassa regionale e bollo), se è in ritardo di un anno ne paga 356. Sopra i 22mila euro di Isee abbiamo una distinzione: 523 euro a Giurisprudenza, 637 a Medicina; sopra i 45mila lo studente di Legge paga 1.604 euro, quello di Medicina 2.069. E la rata di Medicina, se si è fuoricorso, arriva a 4.221 euro, in fascia alta. Proprio sul capitolo tasse ed «extra gettito» è pendente il ricorso al Tar dell’Udu contro la Statale. Bicocca è «fresca» di riforma: ha varato in Cda una misura per ampliare la soglia di esonero e rendere più progressivi i pagamenti. Fa una distinzione per materie scientifiche e umanistiche, conta i crediti. Nelle fasce dei 22mila euro di Isee e dei 45mila, sia Giurisprudenza che Medicina costano di meno; per chi ha un reddito di 80mila ed è fuoricorso costa più che alla Statale (3.543 Giurisprudenza e 4.220 Medicina).

Il Politecnico, infine, non fa distinzioni di aree e di crediti: uno dichiara quanti crediti intende conseguire quell’anno e paga di conseguenza. «Misura più complessa ma che non penalizza i fuoricorso, tranne nella No tax area che è stata inserita con i vecchi parametri di legge (senza requisiti di crediti si arriva a 883 euro, ndr) ma su cui si sta lavorando», spiega Mattia Sguazzini dell’Udu. Con un reddito di 22mila euro, per esempio, si arriva a pagare 883 euro, con 45mila euro 2.269; se si ha 80mila euro di Isee la retta è di 3.349, in corso o meno. «Bicocca ha una soglia massima molto alta ma un sistema più progressivo – continua Sguazzini –. In Statale la No Tax area è stata estesa a 22mila euro ma solo se si ha il 90% dei crediti, che soprattutto al primo anno è praticamente impossibile, quella reale è a 14mila euro». Per le borse di studio «tendenzialmente tutte e tre le università si sono poste a garanzia del diritto allo studio coprendo chi ha diritto alla borsa ma resta “scoperto” – conclude il responsabile Udu –, Regione Lombardia dovrebbe mettere il 40% di quello che riceve dallo Stato, non il 4,5%. Gli atenei devono far pesare la loro voce. Bisogna abbassare il più possibile la tassazione e rientrare nei limiti di legge del 20% perché Milano è una città già cara per gli studenti, va garantito il diritto allo studio».