Caos superbonus, allarme a Milano: "A rischio 75mila posti nell’edilizia"

Possibile impatto su 12mila aziende in Lombardia, imprenditori e sindacati contro il Governo. L’Ordine degli ingegneri: lavori bloccati in una notte, colpa di una pianificazione poco accorta

Il terremoto superbonus scuote il settore dell’edilizia a Milano, dopo un lungo periodo di crescita sull’onda dei provvedimenti per spingere verso la riqualificazione energetica degli edifici che hanno riempito le strade di cantieri. E il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura lascia nell’incertezza le famiglie che hanno programmato lavori di ristrutturazione degli edifici. Nella sola Lombardia sono circa 12mila le imprese a rischio, con un possibile impatto su 75mila lavoratori.

"ll provvedimento del governo sulla cessione dei crediti – sottolinea il segretario generale Feneal Uil Lombardia Riccardo Cutaia - rischia di far tornare il Paese in recessione con il rischio di provocare da subito un effetto deflagrante sul settore, con la totale paralisi degli interventi di edilizia privata legati ai bonus in vigore, il fallimento di migliaia di imprese impegnate nel comparto e la conseguente perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro. Vogliamo ricordare, qualora ce ne fosse bisogno, che l’Europa con l’ultimo aggiornamento della direttiva sul rendimento energetico degli edifici – prosegue – ha chiesto a tutti gli stati membri di arrivare al 2050 con un parco edifici ad emissioni zero. Un obiettivo che evidentemente questo Governo non ha più intenzione di raggiungere, per non parlare dell’esigenza di adeguamento sismico e di messa in sicurezza del nostro patrimonio edilizio".

Puntano il dito contro il Governo anche gli ingegneri milanesi, oltre alle voci di protesta che si sollevano dal mondo delle imprese edili. "Il decreto legge è una azione da considerarsi quantomeno temeraria – sottolinea la presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Milano Carlotta Penati – le modifiche dei provvedimenti senza una pianificazione accorta, creano numerose incertezze sul futuro della collettività, allontanando sempre di più gli investitori. Molti lavori sono stati bloccati in una notte generando importanti perdite economiche. Auspico che il Governo chieda il supporto agli ordini professionali – conclude – per i prossimi passaggi che dovrà intraprendere".

Esprime preoccupazione anche Rete Irene, il network nato a Milano nel 2013 di imprese specializzate nella riqualificazione energetica degli edifici. "Desta grande preoccupazione e non può essere accettato – spiega il presidente, Manuel Castoldi – che attraverso un provvedimento lampo venga cancellata la possibilità di programmare il futuro della riqualificazione energetica e sismica del nostro Paese. È necessario comprendere che in questo modo vengono colpiti anzitutto i ceti più bisognosi, quelli che vivono nelle realtà periferiche delle grandi città, che solo grazie allo strumento della cessione del credito e dello sconto in fattura possono permettersi di programmare interventi nelle loro case".

 

 

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