Setti Carraro, studenti "adottano" guglia del Duomo: donata alla prof di arte

"Mi hanno scritto che ho saputo trasmettere l’amore per il bello e la voglia di cercarlo al di là dei libri"

Gli ex studenti di quinta

Gli ex studenti di quinta

Milano, 3 maggio 2018 - Si sono congedati dal liceo Setti Carraro lasciando alla professoressa di storia dell’arte, che aveva fatto loro conoscere il valore del bello, un regalo speciale: a lei hanno dedicato una guglia del Duomo. E non una qualsiasi, ma la G14: San Giovanni Battista de La Salle (1651-1719), protettore degli insegnanti, innovatore in campo pedagogico, venerato per aver consacrato la sua vita all’educazione dei bambini poveri. «L’esame di maturità si avvicina – si legge nella dedica, lasciata “a imperitura memoria” - impazienza e nostalgia istantanea occupano i pensieri degli studenti. Gli ultimi giorni di scuola sono pregni di euforia mista a adrenalina. In questo caleidoscopio di emozioni, gli studenti della V Liceo Classico Setti Carraro hanno deciso di regalare a ognuno degli amati professori un dono che li rappresenti e che trasmetta la gratitudine per cinque anni indimenticabili. Per la prof. Cristina, la scelta è immediata: il Duomo di Milano!». Francesca Sacchi, l’ambasciatrice della classe, ha bussato all’Ufficio Donazione per sostenere i restauri di una delle 135 guglie e incidere il nome della professoressa Cristina Fumarco nella storia del Duomo, fra i «piccoli donatori» della campagna “Adotta una Guglia. Scolpisci il tuo nome nella storia”.

Dei 7 milioni di euro donati in questi anni alla Veneranda Fabbrica, ben 700mila euro vengono da piccole donazioni come queste. L’obiettivo è raggiungere quota 18 milioni di euro. «Non volevamo un regalo banale – racconta Francesca, che oggi studia Giurisprudenza alla Bocconi –, è sempre stata con noi, era lei a portarci in gita e con lei abbiamo condiviso tanto. Appena abbiamo saputo della possibilità di “Adottare una guglia”, è stato colpo di fulmine». Passano gli anni, il legame resta, insieme a quel nome inciso fra i donatori. «È stata un’emozione grandissima – ricorda la professoressa, che dal 2008 insegna all’Educandato Setti Carraro ed è docente alla Cattolica, nella sede di Brescia - è stata una dimostrazione d’affetto che mi ha colpito molto. Ho sempre sulla scrivania quel pezzetto di marmo di Candoglia che me lo ricorda, insieme all’attestato. Un segno tangibile». «A thing of beauty is a joy forever», la dedica, che cita il poeta John Keats, la fiducia nella cultura e nella salvaguardia del patrimonio artistico.

«Mi hanno scritto che ho saputo trasmettere l’amore per il bello e la voglia di cercarlo al di là dei libri – racconta l’insegnante – quell’amore che è rimasto in loro e che continuano a testimoniare scrivendomi, facendomi vedere i loro progetti». Resta il legame, forte, anche con il Duomo. Dietro ogni guglia c’è una storia diversa. «È nella sua storia – ricorda la professoressa Fumarco –, sin dall’epoca della sua costruzione chiunque poteva dare qualcosa, in base alle proprie disponibilità. Nel Medioevo c’era ci portava una gallina, l’oca. Così, anche con un piccolo gesto, si continua nella tradizione». Appena ha visto il marmo di Candoglia la professoressa ha sgranato gli occhi: «Sono rimasta senza parole e piena di emozione, non tanto per il regalo in sé, ma per il pensiero dei ragazzi di esprimere gratitudine rimanendo nell’arte e facendo qualcosa di bello per la nostra città».

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