Strage nelle Rsa, i parenti "No all’archiviazione"

L’associazione Felicita che raccoglie le famiglie degli anziani deceduti chiede l’imputazione coatta dei vertici perché i morti non restino invisibili

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di Anna Giorgi

Una linea durissima contro la decisione della Procura di Milano di chiedere l’archiviazione per la "strage dei nonni", cioè la morte dovuta al Covid degli anziani ospiti delle case di riposo lombarde. Un fronte comune tra le famiglie che si opporranno all’archiviazione, chiedendo al gip di valutare l’imputazione coatta e chiederanno anche di restituire gli atti ai pm per le "incontrovertibili violazioni in materia di salute e sicurezza dei lavoratori". Alessandro Azzoni, presidente di Felicita, l’associazione milanese per i diritti degli ospiti nelle Rsa nata dal comitato vittime del Pio Albergo Trivulzio, e l’avvocato Luigi Santangelo, hanno parlato di "responsabilità eluse materiali e giuridiche, ma anche morali, rimbalzate da una istituzione all’altra". E ancora sono chiari nel dire: "La procura sostiene che i 18 mesi di indagini compiute non hanno consentito di raccogliere elementi sufficienti per andare a dibattimento.

Da una lettura della richiesta di archiviazione emerge però un quadro ben diverso da quello che ci si aspetterebbe a fronte di questa conclusione". Luigi Santangelo, avvocato dello Studio legale Lsm & Associati, che assiste le famiglie del Pio Albergo Trivulzio spiega ancora: "Ci sono state condotte omissive per impedire l’accesso al virus nella struttura e poi la sua diffusione. Emergono gravi e macriscopiche carenze nella gestione dell’epidemia da parte della dirigenza".

"Con la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura - prosegue Azzoni - la giustizia pare essersi mossa nella direzione di una resa totale giustificata in nome di una fatalità inevitabile: la pandemia come “forza maggiore“ rispetto alle possibilità di risposta e agli obblighi di prevenzione del rischio da parte dei singoli responsabili. Come se il Pat fosse una cosa “inerte“, “uno scoglio in mezzo al mare in balia della tempesta“, stando alle parole usate da Vinicio Nardo difensore dell’indagato dg del Pat Giuseppe Calicchio".

Chi è quindi responsabile di questa strage di innocenti?

I parenti rifiutano di non ricevere una risposta a questa che ritengono una fondamentale domanda di giustizia. "L’archiviazione - spiegano - sarebbe un fallimento nella ricerca della verità e sancirebbe l’ingiustizia del sistema giuridico italiano". Nessuno può accettare che questi morti restino invisibili. E un ultima parola i parenti la dicono sulla grande distanza umana fra i vertici della istituzioni totalmente assenti in questi 18 mesi anche solo nel ricordo delle vittime o nelle scuse alle persone colpite dal lutto.

mail: anna.giorgi@ilgiorno.net

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