Milano - La prima ordinanza del 25 giugno aveva provocato non poche polemiche, anche interne alla maggioranza di centrosinistra. Ieri è arrivata una parziale retromarcia sul provvedimento del sindaco Giuseppe Sala che tre settimane fa aveva imposto, "sino al termine della criticità idrica" causa siccità, di non innaffiare giardini e prati e di non riempire fontane ornamentali, vasche e piscine su aree private. Venerdì è arrivata la "correzione" con un’altra ordinanza, che ha autorizzato l’innaffiatura di piante, arbusti, giardini e prati dalle 22 alle 8, "al fine di evitare fenomeni di evapotraspirazione", ed escluso dai rimanenti divieti l’attività delle autobotti "che provvedono a innaffiare 24 ore su 24 gli alberi e le aree non raggiunti da impianti di irrigazione". È caduto pure il divieto di riempire "fontane ornamentali, vasche da giardino e piscine che prevedono il ricircolo dell’acqua, tutti gli specchi d’acqua con la presenza di flora e fauna ittica e tutte quelle fontane che per ragioni tecnico-operative debbano rimanere accese o essere riempite per non pregiudicare il futuro ripristino dell’impianto". Tra le condizioni che hanno portato alla modifica, il Comune ha citato: le previsioni meteo da bollino rosso per la prossima settimana (massime in aumento oltre i 35°); la diminuzione del 10% dei consumi d’acqua (dati del Servizio idrico integrato); il superamento del "periodo maggiormente critico" per l’irrigazione agricola grazie alle manovre idrauliche adottate su Canale Villoresi, Navigli e Darsena.
"Vittoria – la reazione di Carlo Monguzzi, capogruppo di Europa Verde a Palazzo Marino –. Il Comune, come abbiamo ripetutamente e con forza chiesto (Gorini,Cucchiara ed io), ha fatto retromarcia sull’antiecologica ordinanza". Ora, ha aggiunto, "intervenga la Protezione civile e in fretta a riparare i gravissimi danni causati. Ma è una vittoria di Pirro. In venti giorni, il verde di Milano ha sofferto moltissimo, parecchi alberelli appena piantati da Forestami sono morti e i prati sono diventati isole di calore, quando tutti i tecnici sapevano benissimo che Milano è piena d’acqua e che non usarla sarebbe stato un delitto ambientale". Conclusione: "L’emergenza siccità è stata gestita in modo incompetente e dilettantesco. Ora lavoriamo per il futuro, magari con più idraulici e meno comunicatori". "Mi domando oggi se qualcuno pagherà per i danni fatti all’ecosistema cittadino, a cominciare dai tanti prati verdi bruciati al sole – il commento del capogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico –. Nei prossimi giorni presenterò un’interrogazione per capire cosa sia accaduto veramente".
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