Seba, il campione speciale morto a 14 anni: "Portavi allegria in campo"

Milano, il giovane è stato stroncato da un aneurisma. Giocava nel Casteddu4Special, squadra dei disabili adottata dal Cagliari

Sebastian Manfredi

Sebastian Manfredi

Milano - In campo sorridente ma anche concentrato. Quella maglia significava tanto per lui perché il calcio era la sua passione. Sebastian Manfredi, per tutti “Seba“, è morto a 14 anni, domenica, all’ospedale Niguarda, dove era stato ricoverato alcuni giorni prima per un aneurisma che non gli ha lasciato scampo.

Milanese, giocava nella Casteddu4Special, la squadra di calcio a 7 per gli atleti disabili "adottata" dal Cagliari calcio che ora ne "piange la prematura scomparsa – si legge sulla pagina Facebook del club – Te ne sei andato troppo presto, ciao Seba".

Lascia i genitori e un fratello. Per loro, ieri, l’abbraccio di tutto il quartiere nella parrocchia di Sant’Angela Merici in zona Maggiolina, dove alla veglia in onore del 14enne è arrivato a portare conforto l’arcivescovo di Milano Mario Delpini in persona. "Un pastore – le sue parole – è vicino anche nei momenti di fatica di una comunità".

Ha pregato e parlato con i familiari di Sebastian "che hanno molto apprezzato il gesto dell’arcivescovo – sottolinea il parroco, padre Luca Zanchi – Un gesto di squisita umanità di un pastore che si preoccupa e si prende cura di tutto il gregge, soprattutto nel momento di dolore per la perdita di un figlio".

L’arcivescovo di Milano Mario Delpini celebra la messa in ricordo di Sebastian Manfredi

Il 14enne giocava nella squadra di Casteddu4Special, nel campionato regionale “Quarta categoria” di calcio a 7 riservato agli atleti con disabilità promosso dalla Figc con il sostegno del Centro sportivo italiano. La caratteristica è la formula dell’adozione: le squadre Special sono “gemellate“ con Club di Serie A, Serie B, Lega Pro e LND, che hanno fornito agli atleti i kit tecnici ufficiali.

"Sebastian giocava ogni due settimane in un campo in zona Barona a Milano", fa sapere il papà di un suo compagno di squadra, ricordandolo così: "Era un ragazzo con una grande vitalità: portava allegria, lasciava il segno ovunque andasse. Era molto legato alla sua famiglia e anche al suo cagnolino Otto, uno schnauzer nano".

Si era avvicinato al calcio grazie al progetto Tukiki, nato nel 2015 sotto l’ala della società sportiva Minerva, che alle varie attività ha aggiunto il gioco del pallone integrato per ragazzi e ragazze con disabilità cognitive. Oggi tutti gli amici e i conoscenti torneranno a stringersi alla famiglia per l’ultimo saluto a Seba che sarà alle 11 alla Parrocchia di Sant’Angela Merici.

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