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Omaggio alla Luna, lo sbarco compie 45 anni

Commemorazione multimediale in via Gluck a Milano. Fra manifesti e modellini, come le Aquile dei telefilm Rai, spazio anche alla musica di Gian Marco Walch

La luna animata

milano, 20 luglio 2014 - Fu molto più garbato, Neil Armstrong, quando, alle 20, 17 minuti e 40 secondi, ora di Greenwich, con precauzione estrema appoggiò il suo scarpone sinistro sull’incontaminata polvere del Mare della Tranquillità. Seguito poi da Buzz Aldrin. Mentre il povero Michael Collins, tagliato fuori persino dalle comunicazioni radio con i suoi eroici compagni, in quei momenti l’uomo più solo al mondo, rimaneva mestamente a girare in orbita. Alla faccia del mini-scontro in diretta fra Tito Stagno e Ruggero Orlando, “Ha toccato!”, “No, non ancora”, l’uomo, o almeno l’America, aveva conquistato la Luna. Evento simbolico, esibizione di potere, più che svolta pratica nell’evoluzione umana. Ma data eternamente da festeggiare, quel 20 luglio 1969, 45 anni fa. 

Come simpaticamente, lievemente, farà questa sera Fermo Immagine, ovvero il Museo del Manifesto Cinematografico. Anche con garbata ironia: aprendo la serata, ore 18.30, ingresso libero, con la proiezione integrale di “Viaggio nella Luna”, l’immaginifico film di Georges Méliès, che nel 1902, ispirato da Verne e dai Fratelli Lumière, con trucchi giocosi ma brutali sparò sulla Luna un rudimentale razzo che centrò la poverina proprio nell’occhio destro. Un brillante sognatore, Méliès: figlio di uno scarparo, trovò subito suole e tomaie troppo terraterra, e si mise a sperimentare i primi effetti speciali. Peccato che lui inventasse, sterminata la sua produzione, inventasse e finisse in bancarotta, e gli altri, a partire dall’abile Thomas Edison, contassero i dollari. Serata multimediale, come si conviene, l’omaggio alla Luna di Fermo Immagine. Proseguiamo con i film. Spezzoni da “Una donna sulla Luna” di Fritz Lange dall’immancabile “2001: Odissea nello Spazio”, capolavoro assoluto sulle cui ultime oniriche sequenze persino lo stesso Kubrick si scervellò sempre. Da “Totò nella Luna” a “Spazio 1999”, pellicole per pubblici diversi ma ugualmente di culto. Con un’irruzione animata, datata 1924, del pestifero Felix The Cat.

Fra manifesti e modellini, come le Aquile dei telefilm Rai, spazio anche alla musica. Fra tempo e spazio. La “Casta Diva” di Bellini e la “Tintarella di Luna” di Mina. O lo “Space Oddity” di David Bowie, itinerario metaforico ispirato proprio dal reale viaggio spaziale. Per il gran finale confessiamo avremmo preferito la remota “Terza luna” dello stridulo Neil Sedaka solitario e speranzoso su un lungomare anni Sessanta. O, almeno, il cuore spezzato di Buscaglione. Ma Fermo Immagine si apre in via Gluck. Dunque Celentano oblige. E allora “La mezzaluna / splende in ciel romantica / canta in ciel per noi”. Pezzo non indimenticabile, anzi, chi lo ricorda? Ma anche Leopardi qualche problemino con la Luna l’ebbe sempre.

di Gian Marco Walch