MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

San Siro sempre più rebus Niente vincolo fino al 2025 Ma i 70 anni del 2° anello possono salvare il Meazza

Incontro tra il sindaco Sala e la soprintendente Carpani a Palazzo Marino. La tecnica: "La tutela della Scala del calcio potrebbe scattare tra due anni". L’ipotesi rende più complicata la realizzazione del progetto rossonerazzurro.

San Siro sempre più rebus Niente vincolo fino al 2025 Ma i 70 anni del 2° anello possono salvare il Meazza

di Massimiliano Mingoia

Il futuro dello stadio di San Siro è sempre più un rebus. Nelle ore in cui Milan e Inter sembrano aver accantonano il progetto di costruire insieme un nuovo impianto di fianco al Meazza e puntano a realizzare le loro arene nell’area dell’Ippodromo La Maura, nel caso dei rossoneri, e in un terreno di proprietà del gruppo Cabassi a Rozzano, nel caso dei nerazzurri, ecco arrivare le parole della neosoprintendente milanese ad Archeologia, Belle arti e Paesaggio Emanuela Carpani sul futuro della Scala del calcio, che – secondo la Carpani – potrebbe essere sottoposta a vincolo nel 2025, a 70 anni dalla fine della realizzazione del secondo anello del Meazza.

Parole pronunciate al termine di un incontro della soprintendente con il sindaco Giuseppe Sala a Palazzo Marino. Parole che chiariscono il quadro normativo e rendono ancor più complicata la realizzazione del progetto rossonerazzurro nell’area di San Siro. Sì, perché i club puntavano a costruire il nuovo impianto nell’area attualmente occupata dal parcheggio e dal parco dei Capitani proprio di fianco al Meazza, che, una volta realizzato il nuovo stadio, avrebbe dovuto essere demolito per lasciare spazio a un distretto sportivo e commerciale. Ma fino al 2026 la Scala del calcio resterà sicuramente in piedi per ospitare la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina e nel 2025 partirebbe per legge la procedura per apporre o no un vincolo di verifica di interesse culturale semplice. L’eventuale apposizione di un vincolo sul Meazza, dunque, renderebbe impossibile la sua demolizione e dunque la seconda fase del piano rossonerazzurro: la realizzazione del distretto commerciale e sportivo. Risultato: l’eventuale vincolo ipotizzato dalla Carpani rende improbabile, a questo punto, che i club possano andare avanti insieme con il progetto del nuovo stadio nell’area di San Siro.

Ma ripartiamo dalle parole della soprintendente: "L’incontro è andato molto bene. È stato un primo confronto con il sindaco Sala su varie tematiche, non solo sullo stadio. Su San Siro abbiamo fatto un primo punto della situazione sia da un punto di vista normativo che da un punto di vista dei precedenti procedimenti già conclusi dal ministero della Cultura". Ma qual è la prima valutazione della Carpani su un eventuale vincolo su San Siro? ""Bisogna capire che tipo di vincolo – replica la soprintendente – perché il vincolo storico-artistico era già stato escluso da parecchi anni, già dagli inizi degli anni 2000, dal ministero. Il vincolo storico-relazionale era già stato escluso nel 2020 e quindi al momento sull’area di San Siro, nel lotto specifico, non c’è né vincolo paesaggistico né culturale. In altre zone limitrofe ci sono invece presupposti di tutela da codice dei beni culturali, ma lì al momento no".

La domanda, a questo punto, sorge spontanea: che altro tipo di vincolo ci potrebbe essere sulla Scala del calcio? "Un vincolo derivante dal fatto che il secondo anello dello stadio maturi i 70 anni – continua Carpani –. Il Meazza è uno stadio che come sappiamo tutti è una specie di cipolla: la prima parte (il primo anello, ndr) è degli anni Venti e Trenta, la seconda degli anni Cinquanta (secondo anello, ndr), poi c’è stata la sistemazione per i Mondiali del 1990 con il terzo anello. La fase degli anni Cinquanta sta per raggiungere i 70 anni. Si tratta di una norma, non di una mia decisione discrezionale. È automatico nel momento in cui il secondo anello avrà 70 anni, nel 2025". Quindi il vincolo sul Meazza scatterà in automatico nel 2025? La questione è più complicata. "Non abbiamo la sfera di cristallo, bisogna aspettare che maturi il requisito di legge. Non si può fare prima, altrimenti sarebbe un abuso di ufficio. Nel momento in cui maturerà il requisito di legge dei 70 anni, si valuterà".

La conclusione è che allo stato attuale il Meazza potrebbe essere ristrutturato o demolito, a seconda delle decisioni concordate da Comune (il proprietario dello stadio) e da Milan e Inter (i gestori dell’impianto). Ma dopo il 2025, se scattasse il vincolo, tutto cambierebbe. "Se il progetto di ristrutturazione dell’impianto maturasse prima del 2025 si potrebbe realizzare – conferma la soprintendente –. Attualmente lo stadio potrebbe essere anche demolito? Sì, anche se tutti sappiamo che è prevista la cerimonia di inaugurazione dei Giochi olimpici nel 2026 e comunque, prima di abbatterlo, i club dovrebbero avere una struttura dove giocare. Non è una cosa che si fa in un mese e nemmeno in tre mesi".

San Siro, ma non solo. Sala e Carpani hanno parlato anche di altri progetti, a partire dalla passerella trasparente che il Comune vorrebbe realizzare tra l’Arengario che ospita il Museo del Novecento e il Secondo Arengario che ospiterà la sede ampliata dello stesso Museo. Una soluzione, quella della passerella, sulla quale la precedente soprintendente milanese, Antonella Ranaldi, aveva espresso più di una perplessità a Palazzo Marino. Carpani, per ora, è cauta: "La passerella tra gli Arengari? Ci incontreremo a breve a livello tecnico con il personale del Comune per valutare nel dettaglio. La Soprintendenza non ha rilasciato ancora un’autorizzazione. Si sta valutando".

Un altro tema del confronto ha toccato il progetto del Parco archeologico vicino alla Basilica di San Lorenzo. "C’è il tema della stecca di proprietà comunale, si sta verificando se si può recuperare per ricavare degli spazi aggiuntivi di servizi accessori al Parco archeologico. È una decisione che deve ancora maturare a livello esecutivo, non c’è ancora una scelta definitiva", chiosa la soprintendente.