Nuovo stadio San Siro, dibattito pubblico dal 28 settembre

Sala: via libera dalla Commissione nazionale. Berlusconi contrario alla demolizione dell’attuale impianto: Il Meazza è nel cuore dei milanesi

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di Massimiliano Mingoia

Pronti, partenza... e tra poco più di una settimana il via. Il dibattito pubblico sul progetto di Milan e Inter del nuovo stadio di San Siro inizierà il 28 settembre, mercoledì prossimo, comprenderà 10 incontri e durerà al massimo 40 giorni. Subito dopo la conclusione del confronto, che vedrà come protagonisti il Comune, i due club, le associazioni e i cittadini, sono attese le conclusioni scritte da parte del coordinatore del dibattito pubblico Andrea Pillon e, a quel punto, la palla passerà alla Giunta comunale guidata dal sindaco Giuseppe Sala, che dovrà dire "sì" o "no" al progetto rossonerazzurro.

Un progetto che nell’ultima versione riveduta e corretta con la riduzione delle volumetrie da 0,51 a 0,35 prevede la demolizione totale dello stadio Meazza per lasciar spazio a più verde e a un distretto commerciale e sportivo e la realizzazione di un nuovo impianto – La Cattedrale firmata dallo studio Populous – nell’area attualmente occupata dal Parco dei Capitani e dal parcheggio proprio di fianco alla Scala del calcio. Tant’è. È stato il sindaco Giuseppe Sala, ieri mattina a margine dell’assemblea generale di Assimpredil al Teatro Lirico, ad annunciare la data dell’avvio del dibattito pubblico: "Il primo appuntamento è il 28 settembre. Dopo le elezioni politiche? Sì, ma la data non è legata alle elezioni. Stavamo aspettando il consenso da Roma rispetto alle modalità del dibattito pubblico sul progetto presentato da Milan e Inter. Attendiamo per oggi (ieri per chi legge, ndr) il via libera da parte della Commissione nazionale del dibattito pubblico".

Il confronto sul futuro del Meazza, intanto, continua. Perché la demolizione totale della Scala del calcio indicata da Milan e Inter nel progetto riveduto e corretto sta dividendo la politica milanese e non solo, anche perché il 28 ottobre 2019 il Consiglio comunale aveva votato un ordine del giorno in cui era indicato a chiare lettere, come condizione per realizzare il nuovo stadio, "il mantenimento e la rifunzionalizzazione dell’attuale impianto di San Siro". A scendere in campo ieri è stato il leader di Forza Italia, presidente del Monza ed ex patron del Milan Silvio Berlusconi, che a Telelombardia ha ribadito la sua posizione in difesa dell’attuale stadio: "San Siro è nel mio cuore, come è nel cuore di tutti i milanisti e milanesi. Qui il mio Milan, e anche l’Inter, hanno scritto pagine fondamentali della storia del calcio italiano". Il Cavaliere ha parlato anche dalle scelta di Milan e Inter di costruire un nuovo impianto da 60 mila posti capace di far moltiplicare i ricavi alle due società: "La costruzione di un nuovo stadio è una scelta, ne comprendo le ragioni, può essere importante per il futuro delle due squadre milanesi, però faccio fatica a immaginare che un simbolo dello sport come San Siro possa essere semplicemente abbattuto". La conclusione dell’ex premier? "Si può e si deve fare di tutto per non disperdere la memoria del nostro calcio, che è un pezzo, direi anche non secondario, dell’identità collettiva di Milano e della Lombardia".

Un parere diverso sul futuro del Meazza arriva da Lorenzo Casini, presidente della Lega calcio di Serie A: "L’ipotesi di abbattere lo stadio di San Siro coinvolge la mia storia al ministero della Cultura, che si è già pronunciato, dicendo che la verifica dell’interesse culturale ha avuto esito negativo, per cui lo stadio può essere abbattuto. Io credo che gli stadi, al di là poi del loro valore storico, artistico e culturale, sono oggi delle infrastrutture, quasi delle industrie, rispetto a quello che devono rispettare gli standard di sicurezza, illuminazione, anche di abitabilità, quindi il rischio di avere un approccio troppo conservativo è quello di penalizzare le generazioni future". Casini chiosa così: "La scelta fatta dall’amministrazione comunale e dalle società ha portato come unica via quella della demolizione dello stadio, che poi c’è un tema di dove far giocare le squadre mentre si costruisce il nuovo stadio. Non vedo perché non essere poi favorevole all’iniziativa, purché Milan e Inter siano dotati di uno stadio all’altezza dei risultati sportivi che li attendono".

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