"Salviamo Palazzo Gardella dal degrado"

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Opera di Ignazio e Jacopo Gardella realizzata tra il 1968 e il 1974, Palazzo Gardella entra nell’Atto integrativo all’accordo di programma per la riqualificazione e reindustrializzazione dell’area ex Fiat Alfa Romeo di Arese. Nel documento si legge, "l’edifico Gardella, rappresenta a oggi l’elemento di testimonianza della storia recente di questi luoghi. Il suo recupero e la sua valorizzazione costituiscono i fondamenti alla base delle scelte di intervento (...) nel rispetto dei suoi caratteri architettonici storici, si prevede l’inserimento di nuove funzioni in linea con la sua vocazione d’uso originaria". Un risultato tutt’altro che scontato, arrivato solo dopo la battaglia fatta sul territorio e non solo, che si è conclusa due anni fa con la decisione del Ministero della Cultura di porre il vincolo dichiarandolo d’interesse culturale. Capolavoro dell’architettura italiana del XX secolo fu pensato come "porta" del grande stabilimento automobilistico inaugurato nel 1962, all’epoca in cui era presidente dell’Alfa Romeo Giuseppe Eugenio Luraghi. Oggi è l’unica parte rimasta. Ma il vincolo non basta. "Basta passare da quelle parti per vedere lo stato di abbandono e degrado - racconta Giuseppe Augurusa, uno dei promotori della battaglia (nella foto) - ci sono ancora quei grandi pannelli in cartongesso che chiudono gli ingressi delle rampe, mentre piante rampicanti crescono nel calcestruzzo e l’umidità si mangia il tetto del tunnel d’ingresso". Per riprendere il discorso sul futuro dell’edificio il gruppo Prospettiva 2023 ha organizzato un convegno dal titolo “Palazzo Gardella, dal vincolo alle prospettive di utilizzo” che si terrà sabato 11 marzo alle 9.30 nella Casa delle associazioni di viale dei Platani 6 ad Arese.

Ro.Ramp.

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