Un salario minimo di 9 euro all’ora, per garantire retribuzioni decorose e contrastare il "sommerso". La classe politica locale ha deciso di lanciare un segnale e, nel corso dell’ultima riunione della giunta comunale, ha approvato una delibera, che prevede la tutela della retribuzione minima salariale, della sicurezza sul lavoro e del contrasto al lavoro irregolare in tutti i contratti che hanno come committente il Comune di Zibido San Giacomo. Una scelta che a oggi, su tutto il territorio nazionale, è stata fatta solo da una decina di enti locali e dalla Regione Puglia.
Nel caso di Zibido, l’iniziativa è partita dall’assessore al Lavoro Giovanni Navicello, che osserva: "Intendiamo garantire una retribuzione oraria minima a tutti i lavoratori impegnati in appalti, subappalti e concessioni dei contratti stipulati col nostro Comune. Un impegno che ci siamo assunti per rafforzare la coesione sociale ed economica, in linea con norme europee, ma anche con la nostra Costituzione che prevede per ciascun lavoratore una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa. In tema di salario minimo, in assenza di concrete iniziative a livello nazionale, i Comuni possono dare l’esempio".
D’ora in poi, in tutte le procedure di affidamento da parte del Comune di Zibido San Giacomo verrà verificato che i contratti prevedano un trattamento economico minimo lordo inderogabile di 9 euro l’ora. Una disposizione che sarà accertata costantemente. Ogni anno verrà predisposto un report su tutti gli appalti del Comune e le relative verifiche sui contratti. Imporre ad ogni società affidataria il rispetto del vincolo salariale favorirà una maggiore trasparenza anche per quanto riguarda le misure di sicurezza e il contrasto al lavoro nero.
La delibera adottata dal Comune di Zibido s’inserisce in un contesto generale che purtroppo vede crescere, in Italia, la povertà assoluta, ma soprattutto i lavoratori poveri, cioè coloro che non riescono ad arrivare alla fine del mese col proprio stipendio. "Uno scenario che deve impegnare anche gli enti locali – sottolinea la sindaca Sonia Belloli –. Non si può parlare di sviluppo sostenibile e promuovere gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030, che prevede come primo goal la cancellazione della povertà, senza portare avanti delle azioni concrete. Possiamo pensare in modo globale, ma dobbiamo agire localmente".