Caso Expo, il sindaco Sala chiede il processo immediato: "Sicuro della mia innocenza"

L'annuncio sul profilo Facebook del primo cittadino

Giuseppe Sala

Giuseppe Sala

Milano, 5 dicembre 2017 - Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, attraverso i suoi legali ha chiesto di essere processato con il rito immediato, saltando la fase dell'udienza preliminare già fissata per il 14 dicembre, per l'accusa di falso nell'inchiesta sull'appalto per la Piastra dei servizi di Expo. Il sindaco lo ha annunciato su Facebook e i suoi legali lo hanno confermato.

"Poiché sono certo che verrà riconosciuta la mia innocenza ed è mia intenzione accelerare quanto più possibile i tempi del processo, ho dato mandato ai miei legali affinché chiedano che si proceda con giudizio immediato". Così il primo cittadino spiega la decisione sulla sua pagina Facebook. "Si tratta della modalità più rapida che la legge processuale prevede - scrive Sala - per arrivare velocemente all'accertamento nel merito delle ipotesi di accusa attraverso il vaglio dibattimentale. Da oggi il mio auspicio è che si arrivi in tempi rapidi ad accertare la verità e, quindi, la mia assoluta estraneità ai fatti contestati. Ho sempre agito per il bene comune e continuerò a farlo".

"Il 14 dicembre - spiega ancora Sala, indagato in qualità di ex numero uno di Expo 2015 spa - è fissata l'udienza preliminare nel procedimento relativo alla presunta retrodatazione di un atto della gara d'appalto della 'Piastrà di Expo Milano 2015". Sono trascorsi, aggiunge, "più di cinque anni dai fatti che mi vengono imputati e le indagini preliminari, pur protratte per un periodo di tempo inusualmente lungo, non hanno evidenziato alcun elemento di prova idoneo a supportare l'accusa che mi viene mossa. In tanti atti - chiarisce - è possibile leggere che mai nessuno è stato favorito, ma che l'unica finalità perseguita è stata quella di garantire il rispetto dei tempi per l'apertura dell'Esposizione Universale". E ancora: "Quegli stessi fatti, del resto, erano già stati valutati come privi di rilevanza penale sia dalla Guardia di Finanza delegata alle indagini, sia dalla stessa Procura della Repubblica di Milano". L'inchiesta, infatti, è stata avocata dalla Procura generale milanese. 

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