REDAZIONE MILANO

"Risarcita dopo un volo in un tombino aperto Non uso più i tacchi"

Ha messo il piede dentro un tombino aperto, una sera buia d’inverno, procurandosi una brutta distorsione. "Una trappola sul marciapiede, non transennata e non visibile al buio. Ho dovuto camminare per parecchio tempo con le stampelle. Ho fatto causa al Comune di Milano e sono stata risarcita con 9mila euro". A raccontare la storia è una donna di 58 anni che chiede l’anonimato. Il fatto risale all’inverno di 13 anni fa, "io avevo appena finito di lavorare, in zona viale Sarca, nel quartiere Bicocca, e sono caduta sul marciapiede. Appena dopo i gradini della palazzina da cui sono uscita c’era infatti un tombino aperto e ci sono finita dentro con un piede, stortandomi la caviglia. Erano più o meno le 20.30".

Sul momento pensava di non essersi procurata nulla di grave, "invece poco dopo la caviglia mi si è gonfiata e sono andata al pronto soccorso dove mi è stata riscontrata una brutta distorsione". Quindi si è rivolta a un avvocato tramite una società di assicurazioni e ha chiesto un risarcimento al Comune, presentando la documentazione medica e le foto della situazione in strada. "La causa è durata più di un anno. Io ho dovuto tenere il tutore e camminare con le stampelle per più di un mese, ed è stato un disagio anche per il lavoro (io mi occuopo di formazione nelle aziende): in quel periodo ho avuto bisogno dell’autista, messo a disposizione dall’azienda per la quale lavoravo". Alla fine "il giudice ha riconosciuto che io fossi parte lesa, quindi sono stata risarcita con 9mila euro. Quel tombino non era transennato e non c’era nulla per la sicurezza dei passanti. Per di più era buio, non c’era illuminazione adeguata. Fosse stato giorno, magari mi sarei accorta di quell’ostacolo".

La cinquantottenne aggiunge di aver sofferto per tanto tempo, "perché ho dovuto affrontare la riabilitazione dopo aver tolto il tutore. E comunque la caviglia è rimasta più fragile, non è più come prima: dopo alcuni anni ho preso un’altra distorsione. Devo stare particolarmente attenta". Un accorgimento: "Non uso più i tacchi, perché ho paura di cadere e di farmi nuovamente male. Ho il terrore. Dopo quell’incidente sul marciapiede indosso sempre e solo scarpe basse".

M.V.