MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Rapina a Quarto Oggiaro, il gioielliere: "Li abbiamo affrontati, ce la siamo vista brutta"

Il titolare settantunenne: uno di loro è venuto venerdì e ha ordinato una collana, così non ci siamo insospettiti

La gioielleria in via Fabrizi

Milano, 6 febbraio 2020 - «Abbiamo affrontato tre rapinatori. Per fortuna stiamo bene, ma ce la siamo vista brutta. Mia moglie ha sbattuto la testa e dovrà tornare in ospedale per un controllo". Ha 71 anni il gioielliere (chiede l’anonimato) che insieme alla moglie di 69 ieri mattina si è trovato al cospetto di tre banditi armati di coltello: i malviventi hanno fatto irruzione nella loro attività commerciale, "In Oro" in via Fabrizi 4, tra le zone di Certosa e Quarto Oggiaro, portando via preziosi dal valore ancora da quantificare. Ci racconta cos’è successo? "Poco dopo le 10 si è presentato in negozio un ragazzo sui 22-23 anni. Carnagione chiara, volto scoperto, ha citofonato. Mia moglie lo ha riconosciuto perché venerdì era venuto a ordinare una collana, quindi non ha avuto il minimo sospetto e gli ha aperto la porta. Insieme a lui, però, sono entrati altri due, sempre a volto scoperto. Uno dalla carnagione più chiara e l’altro più scura, con pelle olivastra. Tutti parlavano italiano". E che hanno fatto? "Ci hanno subito minacciati, tirando fuori un coltello dalla lunga lama che però non hanno usato. Hanno aperto quattro grandi cassetti arraffando praticamente tutto l’oro che contenevano. Io ho reagito cercando di fermarli e riuscendo a salvare qualcosa. Nel frattempo hanno malmenato sia me che mia moglie, che a un certo punto per una spinta è caduta all’indietro battendo la testa contro uno spigolo. Sono stati momenti concitati, io ho lottato come ho potuto, credo che tutto si sia svolto in poco più di 4 minuti". E poi? "A quel punto pensavano solo a fuggire. Per entrare e uscire dalla gioielleria ci sono due porte, il classico sistema della "bussola a interblocco", che non consente l’apertura contemporanea di entrambe. Uno dei tre ha schiacciato il pulsante per aprire quella interna, ma non poteva aprire l’altra, quindi si è fiondato sul tavolo per afferrare il mio mazzo di chiavi. Io ho cercato di impedirglielo, quindi ci siamo affrontati nuovamente. È riuscito a prendere le chiavi e a uscire, dopo di lui un altro. La porta è rimasta mezza aperta e ho cercato di bloccare il terzo, che tuttavia ha guadagnato l’uscita poco dopo. Nel frattempo, in strada erano accorsi alcuni cittadini, che hanno provato a bloccarlo". Ma è scappato pure lui... "Si è divincolato ed è fuggito, dopo avermi morso la mano". E sua moglie? "Era dolorante in più punti del corpo e soprattutto aveva sbattuto la testa. Entrambi siamo stati accompagnati al Sacco per ferite e contusioni. Io sono ritornato in via Fabrizi dopo un paio d’ore, mentre lei è rimasta in osservazione fino al pomeriggio. Dovrà tornare a farsi visitare". A gennaio del 2016 avevate subito un’altra rapina. "In 20 anni ne avremo subìte almeno 4. Me la ricordo quella del 2016, i rapinatori si erano fatti consegnare i gioielli da mia moglie, ma c’ero anche io". È spaventato? "Siamo sempre nel mirino. Ci impegniamo ogni giorno e certo non vorremmo rischiare la vita né vederci portare via i gioielli in un lampo. Ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutato: i passanti, gli altri negozianti che sono usciti a darci una mano, le forze dell’ordine. Noi vogliamo solo lavorare serenamente".