Quei “Berinatt“ dei contadini di montagna

Emilio

Magni

Ormai è difficile ascoltare quei belli, allusivi e colorati soprannomi che aleggiavano sulle contrade dei paesi, sulle cascine, i campi. Qualcuno però a Erba indica ancora come i “Berinatt“ (o “Barinatt“) la gente di Crevenna, frazione in quota, a ridosso dei monti prealpini: antica comunità di contadini di montagna fino all’ultima guerra. Ma perché “Berinatt“? Fino a qualche decennio fa le cascine, i ronchi, i declivi verdi intorno all’agglomerato urbano erano gremiti da greggi di pecore. Ogni famiglia possedeva una schiera di ovini, ogni anno vendeva un po’ di lana contribuendo a rendere un po’ meno avaro il bilancio famigliare. Nel dialetto milanese e di casa anche in Alta Brianza la pecora è la "berina". Ecco quindi che si faceva in fretta a indicare come “Berinatt“ il popolo ci Crevenna. Il termine, che qualcuno storpiava un po’ chiamandolo “Barinatt“ non era evidentemente solo esclusiva dei contadini di Crevenna. Viaggiava tranquillamente in tutte le contrade della Brianza, del Lario, del Varesotto quando c’era da indicare un individuo come allevatore di pecore. Si allargava anche per comprendere “quelli delle capre“. Non veniva invece appioppato ai pastori veri, quelli che crescevano greggi numerose e che praticavano anche la transumanza, portando gli ovini in montagna durante l’estate e scendendo in pianura a trascorrere la stagione fredda. Ma perché la pecora era nel dialetto chiamata “berina“? È un onomatopeico. Viene infatti dal “bèè“, “bèè“ che è il belare degli ovini, pecore e capre. Dal “bèè“ alla “berina“ il passo e brevissimo. Per i contadini, nelle loro chiacchierate nei campi e nelle cascine, la pecora era anche “ul bèè“. Tagliavano corto, infatti. In alcune parti della Brianza però "ul bèè" è riservato soltanto all’agnellino. Nelle tavolate imbandite per la festa della Pasqua, uno dei piatti tipici era “ul bèè a rost“: a Milano “el bèè“. Oggi è “l’abbacchio“. Il dialetto ci offre anche il verbo “berinà“. Significa tagliare il fieno accumulato nel fienile. emiliomagni@yahoo.it

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro