Quattro agenti e un gran cuore: la nostra spedizione in Ucraina

Il viaggio avventuroso della polizia locale con due veicoli carichi di aiuti per i profughi. E qualche imprevisto

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di Laura Lana

Due pulmini, quattro agenti della polizia locale per una spedizione in Ucraina partita con un programma ben preciso, che durante il viaggio è stato completamente stravolto dagli eventi. "Abbiamo ricevuto subito una nuova inusuale richiesta: accompagnare in patria un uomo di 59 anni, che voleva tornare per combattere a fianco dei suoi concittadini - racconta Gianluca Mauri -. Ho poi scoperto, con grande stupore, che si trattava del padre di Natasha e Tania, due ragazze che avevo portato in Italia solo un paio di settimane fa. Per noi è stata una situazione inaspettata ma meritevole del massimo rispetto". Insieme a Mauri sono partiti Fabio Marinoni e Luca Monopoli del comando sestese, oltre a Diego Monopoli della polizia locale di Segrate. Hanno caricato i due veicoli fino all’inverosimile soprattutto di derrate alimentari e materiale per bambini, oltre che vestiti.

"Giunti alla dogana, già in territorio ucraino, abbiamo diviso a metà i preziosi aiuti, caricando il furgone del villaggio di Nedoboyevtsy, la nostra scuola di riferimento, con l’aiuto del loro sindaco e di alcuni volontari. L’altra metà di materiale è andata a Storozhinets". Un cambio di programma last minute ha riguardato, invece, il sostegno a un ragazzo dializzato di 32 anni, Aptem, che venerdì aveva terminato le medicine a casa. La missione prevedeva di portarlo in Italia per un ricovero e una terapia nefrologica adeguata, in attesa di una sistemazione domiciliare per lui e la madre. Tuttavia, durante il viaggio, le sue condizioni sono peggiorate e il suo medico gli ha imposto di di non intraprendere un viaggio così lungo e pericoloso per la sua vita.

"Da Kyiv partiranno in questi giorni una quantità speriamo sufficiente dei tanto agognati farmaci per la dialisi domiciliare, che gli permetteranno di continuare la terapia a casa. Noi nel frattempo ci eravamo già attrezzati per poterlo accompagnare in Italia in sicurezza, contattando la direzione dell’ospedale di Sesto, che ci aveva fornito parte dei medicinali necessari e aveva predisposto un posto letto in nefrologia al Bassini di Cinisello. Il materiale raccolto è stato comunque portato a destinazione e sarà di grande aiuto". Comunicazioni sempre più difficili, situazione più complicata in dogana, gli agenti sono comunque riusciti a indirizzare con certezza 5 profughi in altrettante famiglie che hanno deciso di collaborare e ospitarli. Nella rete di sostegno ai ghisa, Gabriele Valli e il suo supermercato Famila Galassia di Melzo, che ha messo a disposizione due bancali di cibo, Antonella Conti dell’ospedale dei Bambini Milano che ha donato materiale, oltre alla Cri sestese e altri commercianti.

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