La prima alla Scala: prove, palco e l'ultima diva. "Una Tosca da kolossal"

Saioa Hernàndez, madrilena ma italiana per amore, prenderà il posto della Netrebko a gennaio e in Giappone

La protagonista

La protagonista

Milano, 3 dicembre 2019 -   Lei è l’altra Tosca , ovvero quella che rappresenterà l’opera di Puccini nelle recite di gennaio e nella tournée in Giappone. Saioa Hernàndez, madrilena ma italiana per amore, è sposata con il tenore Francesco Pio Galasso, ha studiato con Santiago Caldèron, Vincenzo Scalera, Renato Scotto e Montserrat Caballè. «Attualmente studio con mio marito, è la persona che mi conosce meglio». dice. Lo scorso anno era Odabella in “Attila” di Verdi e in questa stagione, oltre il capolavoro di Puccini canterà nel «Ballo in maschera» di Verdi diretta da Zubin Mehta e nella «Gioconda» di Ponchielli sotto la direzione di Adam Fisher; il 15 dicembre parteciperà, sempre alla Scala, al Gala per il cinquantesimo anniversario del debutto in scena di Placido Domingo, sul podio Evelino Pidò. Una carriera luminosa e pensare che fino a dieci anni fa il soprano era solo un’eccellente insegnante di musica. «Sono tornata alla Scala, lo so è il tempio della lirica e vi ho già cantato ma questa volta sono più emozionata dell’anno scorso».

Come sarà la sua Tosca? «Una donna forte che sa vivere nel quotidiano, questo si nota soprattutto nel primo atto; è un’artista con un rapporto di grande naturalezza con tutto ciò che fa. L’incontriamo serena e felice, crede che quella sera il suo amante, Mario Cavaradossi verrà da lei, non desidera altro. Invece tutto si complica per la politica e per colpa di un uomo senza scrupoli, Scarpia, che vuole possederla, gli eventi fuggono dal controllo della giovane e conducono alla tragedia».

Il 15 dicembre canterà per Placido Domingo. «Ci siamo conosciuti a Dresda in “Nabucco“, è un uomo fantastico, gentile, comprensivo. Probabilmente è il tenore che nella sua carriera ha interpretato più ruoli, è sempre stato generoso con la lirica, ha dedicato la sua vita alla musica. Siamo tutti qui per rendergli omaggio».

Tornerà alla Scala per «Ballo in maschera» e «Gioconda».

«Tre opere nella stessa stagione non sono poche, è un momento speciale, spero che il pubblico scaligero non si stanchi di me, darò la mia essenza in ogni ruolo, anche se sono donne così diverse».

Quando ha scoperto di avere una bella voce? «Per anni ho cantato solo per il piacere di farlo, a casa imitavo cantanti pop e rock ma mi sarei vergognata di farlo pubblicamente. Era solo un gioco. Dopo il liceo mi sono iscritta a giurisprudenza, all’università c’era un coro e ci sono andata. Qualcuno ha iniziato a dirmi che forse avrei dovuto studiare canto, sono passata al Conservatorio e mi sono diplomata. Per qualche anno ho insegnato musica poi, una compagnia privata, mi ha chiesto di partecipare al coro di Traviata e cantando ho capito che quella era la mia strada. Oggi sono qui».  

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