Portello, ultimatum del Comune: "Accordo entro 10 giorni o niente"

Un ultimatum. L’ultimo tentativo di far scoppiare la pace tra Fondazione Fiera e Vitali Spa sul caso Portello

Rendering Il portello secondo il progetto Vitali

Rendering Il portello secondo il progetto Vitali

Milano, 22 aprile 2017 - Un ultimatum. L’ultimo tentativo di far scoppiare la pace tra Fondazione Fiera e Vitali Spa sul caso Portello, ormai avviate allo scontro in Tribunale. Il Comune ieri ha scritto ai due contendenti sottolineando di essere pronto «entro dieci giorni» ad approvare lo studio di coordinamento progettuale unitario sul futuro dell’area. In pratica l’amministrazione comunale chiede alla Fondazione Fiera (proprietaria del padiglione 1-2 della Fiera Milano) e alla società bergamasca (assegnataria del compito di riqualificare il padiglione e l’area circostante) di presentare «congiuntamente» le modifiche richieste per arrivare alla ratifica dello studio. In caso contrario la pratica avviata dal Comune si dovrà considerare chiusa con esito negativo. L’ultimatum di Palazzo Marino ha scarse possibilità di ottenere una risposta positiva dalle due parti, ormai in guerra, anche legale, da un mese.

Il Comune lo sa benissimo, la lettera inviata ieri a Fondazione Fiera e Vitali Spa punta soprattutto a fornire una copertura legale all’amministrazione municipale, un sorta di autotutela. Insomma, come si dice in questi casi, è un «pro-forma». Sì, perché le parti hanno già depositato citazioni in Tribunale una contro l’altra. Prima la Fondazione Fiera, poi Vitali Spa. I motivi dello scontro? Per l’ente fieristico i Vitali sono inadempienti. La società bergamasca ha concordato con la Fondazione di largo Domodossola un canone annuo di 1,5 milioni di euro per i primi due anni e di tre milioni di euro a partire dal terzo.

Fondazione Fiera ritiene che Vitali Spa dovesse corrispondere il canone già dall’inizio del 2016, che sia sufficiente il contratto quadro sottoscritto a febbraio di quell’anno. Vitali, però, non è d’accordo e sostiene di dover procedere al pagamento solo dopo che avrà le chiavi dell’area. L’altra inadempienza della società bergamasca, secondo la Fondazione, riguarda i costi di bonifica e gli oneri di urbanizzazione. Anche in questo caso non c’è accordo. Saranno i giudizi a stabilire chi ha ragione. Difficile che l’ultimatum del Comune sblocchi la situazione.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro