Perizia psichiatrica per la Pifferi Così potrebbe evitare l’ergastolo

In incidente probatorio confermata l’assenza di benzodiazepine nel biberon, si va in Corte d’Assise

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di Anna Giorgi

MILANO

Alessia Pifferi la donna di 37 anni che ha lasciato morire di stenti la piccola Diana di 18 mesi è capace di intendere e volere? E lo era il giorno in cui decise di non tornare a casa, ma di restaree in compagnia del fidanzato pur sapendo che la piccola era in casa, sola, da sei giorni, senza mangiare, né bere, chiusa in un monolocale surriscaldato dall’afa di luglio?

Lo stabilirà una perizia psichiatrca in fase di dibattimento, unico elemento, l’esito della perizia, che potrebbe leggermente cambiare il quadro giudiziario di Alessia Pifferi.

Su questo fronte sta puntando la strategia difensive dell’avvocato Fausto Teti, nuovo legale che ha sostituito la più mediatica Solange Marchignoli.

Il cambio di avvocato sarebbe dovuto, secondo la Marchignoli a una scelta della Pifferi di condividere la difesa con la sua compagna di cella, conosciuta da quando non è più in isolamento.

La nuova strategia punta velocemente al processo anche perché, come ha spiegato ieri l’avvocato Teti il quadro oggettivo è ormai già molto chiaro. D’altra parte era stata la stessa Pifferi a confessare: "Ci contavo sulla possibilità di avere un futuro con il mio compagno. Non sapevo ancora se il rapporto poteva funzionare e stavo facendo di tutto. Era proprio quello che in quei giorni stavo cercando di capire. È per questo che ho ritenuto cruciale non interrompere la continuità dei giorni in cui ero con lui anche quando ho avuto paura che la bambina potesse stare molto male o potesse morire". Dal punto di vista del quadro puramente processuale quasi tutto è definito: c’è un morto e un colpevole in cella.

Resta da definire solo il vizio di mente dell’assassino. Nell’udienza di ieri sono stati discussi velocemente gli esiti della perizia di cui già si era saputo nei giorni scorsi. L’incidente probatorio aveva scluso la presenza di benzodiazepine e altri tranquillanti nel biberon e nella bottiglietta d’acqua trovati vicino al corpo della bimba.

I pm Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro inoltreranno al gip Fabrizio Filice (hanno tempo fino al 20 febbraio) la richiesta di giudizio immediato. Saltando l’udienza preliminare il processo dovrebbe iniziare già nelle prossime settimane davanti alla Corte d’Assise. La donna rischia una condanna all’ergastolo.

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