La denuncia: "Pensione beffa, guadagnavo di più con il reddito di cittadinanza"

Con l’assegno mensile, Paola Vecchi riusciva a mantenersi e anche a preparare da mangiare per le persone più povere di lei

Con l’assegno mensile del reddito di cittadinanza, Paola Vecchi riusciva a mantenersi e anche a preparare da mangiare per le persone più povere di lei. Il passaggio dal sussidio anti-povertà alla pensione minima, scattato in automatico nel marzo scorso per il raggiungimento dell’età, per lei si è tradotto in una perdita economica che pone un nuovo ostacolo nella battaglia per arrivare alla fine del mese. Una battaglia combattuta in solitaria, nel piccolo appartamento in via Del Turchino dove vive con il suo cane cane e la sua tartaruga. "Con il reddito di cittadinanza prendevo fino a 660 euro al mese – racconta – mentre la pensione minima è di 468 euro mensili. Chiedo che, almeno, mi venga riconosciuta la differenza perché altrimenti è difficile andare avanti". Per i milanesi nelle condizioni di Paola Vecchi, 67 anni, un introito di circa 200 euro in meno al mese rischia di essere uno spartiacque fra la sopravvivenza e la caduta nell’indigenza. "Dal Comune prendo un contributo per l’affitto – spiega – e la parrocchia mi aiuta con pacchi alimentari. Con quello che avanzo preparo piatti caldi per i senzatetto, perché conosco la fame e la miseria per averla vissuta sulla mia pelle. Questo mese, però, ho già finito i soldi".

Paola, che vanta una lontana discendenza con il pittore Ligabue e ha trascorso la sua infanzia in Emilia, non ha avuto una vita semplice. Reginetta di bellezza in gioventù, ragioniera da un notaio in via Dante e poi indossatrice per un rivenditore di abiti all’ingrosso, ha perso il lavoro negli anni ’80. Ha vissuto il trauma della violenza domestica. Si è trovata senza un tetto, a dormire nelle cantine, fino alla risalita grazie all’ingresso nella casa popolare dove vive tuttora, scrivendo poesie e favole anche per i suoi nipotini. Dal 2019 ha beneficiato del RdC fino a quando, a marzo del 2020, il sussidio è stato revocato dall’Inps perché è scattata la pensione minima. "In tutto questo tempo non mi è mai stato offerto un lavoro – racconta – anche se sarei stata pronta a fare di tutto. Nel mio caso è stato ossigeno contro la povertà, anche se ci sono stati tanti abusi e la norma è stata pensata male. Forse dovrebbero toglierlo ai giovani, che possono lavorare".

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro