Paolo Borsellino, Milano rende omaggio al giudice: 30 anni fa la strage di via D'Amelio

Ucciso dalla mafia insieme agli agenti della sua scorta. Il sindaco Sala: "La città è impegnata in un percorso di civiltà"

Il sindaco Sala rende omaggio a Paolo Borsellino

Il sindaco Sala rende omaggio a Paolo Borsellino

Milano, 19 luglio 2022 - Milano rende omaggio al giudice Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia 30 anni fa insieme agli agenti della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosina e Claudio Traina. Alla commemorazione, che si è tenuta ai giardini intitolati a Falcone e Borsellino, hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco Giuseppe Sala, il Procuratore della Repubblica di Milano Marcello Viola, Jole Garuti di Libera e Guido Fogacci della Scuola Caponnetto, con l'accompagnamento musicale del maestro Raffaele Kohler.

Milano da anni "è impegnata in un percorso di civiltà che rende omaggio alle vittime della violenza mafiosa e ai protagonisti di una battaglia - ha commentato il primo cittadino -, che potrà terminare solo con la vittoria della legge e della democrazia". "Milano - ha sottolineato Sala  - ha scelto da tempo da che parte stare. Siamo stati anche noi duramente colpiti e piangiamo le nostre vittime innocenti, in particolare dell'attentato di via Palestro del '93" ma "La nostra risposta ferma ha cercato di fare da argine. Milano ha voluto imporsi come modello al paese per l'intransigenza alla lotta alla infiltrazione mafiosa. E per i metodi adottati". La citta' sa "di essere al centro degli interessi della criminalita' organizzata. Sa che la ricchezza della citta', e gli appalti per grandi opere, sono obiettivi della criminalita' organizzata" ha aggiunto Sala, facendo un richiamo a tutti a essere consapevoli di tutto questo: "consapevoli della realta'". Come ha ricordato "Abbiamo tanti progetti davanti a noi, succederanno tante cose a Milano nei prossimi anni. La riqualificazione degli scali ferroviari, il raddoppio del museo del 900, la Bei, i campus universitari. Tutto cio' e' bene ma e' anche fonte di attenzione di qualcuno malintenzionato". 

Il procuratore della Repubblica di Milano, Marcello Viola, ha invece spiegato di partecipare alla commemorazione "perché sentivo forte un dovere di testimonianza, per il mio rapporto di conoscenza personale con Borsellino e per avere vissuto con lui quegli anni a Palermo in quegli uffici. Sono passati 30 anni dalla strage di via D'Amelio e ancora non riusciamo ad avere verità e certezza su ciò che è accaduto e questa è una necessità assoluta perché non possiamo avere giustizia senza verità completa". "Io credo che abbiamo il dovere di fare tutto ciò che è necessario. Abbiamo un debito di memoria, di verità che riusciremo a estinguere solo quando saremo sicuri di aver accertato processualmente tutte le ferite - ha concluso - . Ce n'è bisogno oggi quando rimane la certezza che i depistaggi hanno impedito di fare luce".

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